Il rischio della istituzionalizzazione del Moral Hazard

In Italia abbiamo il caso Eurovita, in Svizzera il Credit Suisse, in America la ormai purtroppo celebre Silicon Bank. Per adesso!

In tutti i casi, a fronte di mala gestione più o meno diversa, il mercato e le istituzioni si sono poste il problema se intervenire per salvare le aziende interessate al default oppure lasciar fallire gli asset con danni per gli azionisti, obbligazionisti, assicurati e dipendenti e soprattutto con un gigantesco rischio reputazionale.

Ma è proprio giusto che qualsiasi cosa succeda ci sia la mano pubblica o quella privata pronta ad intervenire, incentivando così i banchieri e i manager assicurativi (nel caso Eurovita) a comportarsi in futuro in modo ancora più avventato, con un’assunzione di rischio a livello economico e sociale non accettabile?

È vero che, come insegna il caso Lehman Brothers, le banche centrali per garantire la stabilità finanziaria vogliano evitare un’altra crisi del sistema economico-finanziario come quella del 2008 con il serio pericolo di istituzionalizzare il rischio morale, il cosiddetto Moral Hazard.

Una crisi di fiducia porrebbe a rischio la stessa stabilità finanziaria, ma non bisogna dimenticare anche la responsabilità di quei banchieri o manager assicurativi che, pur avendo portato al fallimento blasonate istituzioni, come “punizione” hanno percepito liquidazioni milionarie, oggi siedono in aule universitarie, presiedono società di consulenza e, tra un impegno e l’altro, giocano pure a golf.

Dove sta allora il giusto equilibrio? I manager capaci e virtuosi, che gestiscono le loro aziende secondo le giuste regole di mercato, che non osano rischiare oltre il limite, barando anche rispetto alla normale diligenza per fare più utili giocando sul fatto che in caso di crash l’intervento statale o privato di sistema ci sarà comunque, cosa dovrebbero dire?

In un mercato sano le regole dovrebbero essere le stesse per tutti ma soprattutto quello su cui si dovrebbe agire e puntare sono le sanzioni ex post!

Fino a che, pur facendo fallire le proprie aziende, si può contare sulla totale impunità e forse anche essere comunque premiati, il sistema non cambierà.

Vero è che dovrebbero essere proprio i clienti, cioè tutti noi, delle banche o assicurazioni a fare le scelte più giuste e consapevoli ma sappiamo bene come questo sia pura utopia in un mercato finanziario dove la cultura è molto bassa e ci si affida a consulenti o a pubblicità più o meno fuorvianti.

Abbiamo già visto in questo millennio, senza andare troppo indietro nel tempo, che quando le banche non si fidano di altre banche, la prima domanda che viene posta in automatico è: perché dovrebbero farlo i depositanti? Ma a quel punto la fuga dai depositi non sarà più solo una crisi di liquidità e sarà solo e soltanto una crisi di fiducia e di credibilità e allora e solo allora la crisi non sarà più rimediabile.

Questo dovrebbe essere adesso il passo successivo: conviene istituzionalizzare il Moral Hazard?

Articolo a cura di Marco Contini

Profilo Autore

Expert in Reorganization and Corporate Restructuring Expert in Underwriting, Claims, Marketing Distribution, Insurtech , Business Advisor, Blockchain
Milan Area, Italy
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