Leader Stressato! Un nuovo stile di leadership, purtroppo

Conosciamo tantissimi stile di leadership e quello che si chiede al leader è di essere in grado di utilizzarli tutti a seconda delle necessità. In pratica gli si chiede di essere un Leader “situazionale”.

Quanto incide tutto questo con l’aspetto emotivo del leader? Si perché purtroppo molto spesso ci si dimentica che il leader è innanzi tutto una persona alla quale vengono richieste molteplici mansioni, capacità, responsabilità. Sicuramente è una persona che svolgendo il proprio ruolo vivrà anche intense soddisfazioni ma a che prezzo?

Il leader deve sapere prendere decisioni importanti non solo per se ma per l’intera azienda e di conseguenza andrà ad influire sul benessere (o meno) delle altre persone componenti  i vari team aziendali, persone che si rivolgono a lui per risolvere problemi e per compiere al meglio il proprio lavoro.

Ma a chi può rivolgersi il Leader?

Fortunatamente da un po di tempo a questa parte i vari consulenti, formatori, coach iniziano a porsi questa domanda e soprattutto iniziano a considerare i leader prima di tutto una persona e stanno prendendo sempre più piede varie metodiche antistress da fare applicare nelle aziende.

Vediamo velocemente quali sono gli effetti  dello stress sulla persona:

La parte più conosciuta è quella di un eccessiva produzione di Cortisolo ma pochi sanno che  il meccanismo di produzione viene attivato da una risposta atavica che abbiamo custodita nell’amigdala. E’ un meccanismo meglio conosciuto come “fight/flight” (lotta e fuga).Questo meccanismo automatico ha permesso la sopravvivenza della specie umana permettendo di difendersi dagli attacchi degli animali feroci.

Noi non dobbiamo mai dimenticare che in un certo senso siamo ancora nella foresta e tentiamo di sopravvivere, solo che oggi giorno l’attacco non è più dall’animale feroce ma quell’animale ha preso le sembianze di: mail, telefonate, traffico, riunioni, decisioni, rapporti con il personale, assunzione di responsabilità ecc. ecc. Ogni volta che siamo sottoposti a questi stimoli esterni che in qualche modo avvertiamo come “pericolosi” il meccanismo si innesca se pure per breve periodo ma, a differenza di un tempo, il corpo non reagisce realmente fuggendo o attaccando e per questo le reazioni chimico/fisiche si accumulano nel corpo.
Quando il nostro organismo avverte un meccanismo che procura stress rilascia immediatamente 1400 sostanze biochimiche a cascata. Queste sostanze sono ormoni e neurotrasmettitori che andranno poi ad influenzare le nostre percezioni e le nostre sensazioni. E’ chiaro che più sostanze vengono prodotte e più è prolungato il tempo della loro produzione, più il corpo sarà invaso da esse con il risultato di accelerare il processo di invecchiamento e privare l’organismo di energia sia dal punto di vista emozionale che fisico.

Già da qui si intuisce che la famosa frase: tranquillo è solo un po di stress, in realtà non ci deve fare stare troppo tranquilli.

Che cos’è lo Stress?

Il termine stress trae origine dalla fisica che lo utilizzava per definire la tensione e la torsione provocata sui metalli da agenti esterni. Con il tempo un ricercatore canadese, Hans Selye, adattò la definizione alla persona  definendo così lo stress come “una risposta non specifica dell’organismo a qualsiasi richiesta di cambiamento”.
Questo ci fa intuire facilmente che viene provocato da agenti esterni, ma la buona notizia è che ognuno di noi può cambiare la sua reazione a tali agenti.

Un accumulo di stress e di conseguenza di cortisolo (e di tutta la catena ormonale innescata) provoca una serie di reazioni fisiche, tra le più conosciute troviamo:

  • Tensioni muscolari
  • Calo della vista (al momento impercettibile ma manifestato nel tempo)
  • Difficoltà di concentrazione
  • Perdita dell’abilità nel Problem Solving
  • Mancanza di empatia
  • Stanchezza
  • Irritabilità

Tutto questo avviene perché in fase acuta di stress l’organismo mette in atto i sistemi difensivi per sopravvivere perciò la pupilla si restringe concentrandosi sulla via di fuga più vicina, i muscoli periferici vengono maggiormente irrorati per permettere la fuga o la lotta, il cortisolo si deposita anche sulla parete frontale del cervello per impedire di pensare a più cose ma rimanere concentrati sulla sopravvivenza. Per questo motivo si perde lucidità mentale e capacità decisionale. Tutto questo innesca un effetto domino di insoddisfazione, frustrazione, rabbia, tristezza o qualsiasi altra sensazione di malessere.

Cosa può fare il leader per diminuire i suoi livelli di stress?

Ci sono esercizi che si possono svolgere in qualsiasi momento:

Concentrare l’attenzione sul respiro per alcuni minuti facendo attenzione all’aria che entra ed esce dalle narici, senza cercare di modificare il respiro ma semplicemente ponendovi l’attenzione.

Per chi ha difficoltà a concentrarsi sul respiro può decidere di porre attenzione su un oggetto, su ciò che vede guardando fuori dalla finestra, sulla propria mano, insomma su ciò che più gli cattura l’attenzione in quel momento analizzandolo nei minimi dettagli, prestandogli la totale attenzione.

Qualsiasi azione decidiate di fare avrà un effetto rilassante immediato e questo avviene per un motivo molto semplice: la mente può fare una sola cosa per volta perciò se è concentrata sul respiro o su qualsiasi altra cosa non può essere concentrata sul problema che vi crea tensione. Naturalmente questi minuti dedicati a svuotare la mente non vi risolveranno il problema ma vi aiuteranno sicuramente a trovare la soluzione in quanto sarete in grado di vedere le cose da diversi punti di vista.

Una interessante innovazione per la gestione dello stress sta prendendo piede grazie all’utilizzo di strumenti di biofeedback formativo.

Sono strumenti che possono essere comodamente utilizzati ovunque ed in qualsiasi momento tramite installazione software su computer o su cellulare.

Lo scopo di questi strumenti e fare raggiungere e mantenere la Coerenza Cardiaca che in parole molto semplici è un perfetto equilibrio psico-fisico-mentale.

Una volta collegati allo strumento si agisce innanzi tutto con il respiro che deve essere di tipo diaframmatico ad un ritmo di 5/5. Non sono propriamente secondi ma è un ritmo proprio. La persona dovrà effettuare respiri lenti e profondi a questo ritmo modulandolo su se stesso. Non deve avvertire giramento di testa (iperventilazione) ne sbadigliare (ipoventilazione). Nel caso avvenga una di queste reazioni si torna a respirare normalmente per poi riprendere il ritmo proprio.
Il raggiungimento della Coerenza Cardiaca viene indicato da feedback sonoro o visivo, a quel punto si cerca di mantenerla il più possibile (per il tempo che si ha a disposizione) proprio attraverso la respirazione in un primo momento poi successivamente attraverso le emozioni. Il cuore mantiene in memoria questo stato di coerenza per alcune ore e i livelli ormonali si equilibrano permettendo così una maggiore lucidità mentale e un generale stato di benessere. Questo stato è indotto dal fatto che quando la persona è in Coerenza Cardiaca si rallenta (o si stoppa) la produzione di Cortisolo a favore della produzione di DHEA meglio noto come ormone del buon umore o della giovinezza.

Attraverso queste metodiche il Leader può iniziare a prendersi cura di sé stesso ed è noto che un Leader equilibrato avrà sicuramente una marcia in più.

A cura di: Marianna Monducci

Profilo Autore

Coach Professionista in ambito Life, Business e Sport.
Attualmente si occupa di Coerenza Cardiaca lavorando presso un’azienda Italiana che eroga strumenti e corsi per insegnare alle persone a raggiungere e mantenere il giusto equilibrio psico-fisico-mentale nella vita quotidiana dove naturalmente è inclusa anche quella lavorativa.

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