Le modalità organizzative per gestire la Digital Transformation nelle aziende

Stiamo vivendo un periodo di trasformazioni in cui il digitale sta cambiando le nostre stesse abitudini e ciò porta anche le aziende a dover elaborare nuovi modelli di business.

Per Digital Transformation si può intendere un riallineamento in termini di investimenti in new technologies, business model e processi al fine di generare valore per i clienti e i dipendenti e competere in modo più efficace nel nuovo contesto della digital Economy in continua evoluzione. Essa ha come fine ultimo il miglioramento delle performance del business, in quanto si sostanzia in una serie di progetti volti all’ottenimento di benefici in termini di aumento del fatturato, riduzione dei costi, aumenti di efficienza, riduzione dei tempi, incremento della customer satisfaction, ecc.

Le aziende stanno affrontando momenti di grandi cambiamenti che prevedono miglioramenti dell’efficienza operativa, delle relazioni con i clienti, dell’innovazione di prodotti e servizi. Le aziende sentono l’esigenza di innovare i propri processi e di rivedere metodi che si sono consolidati nel tempo per conseguire miglioramenti in termini di efficacia, efficienza, produttività.

Le tecnologie digitali stanno cambiando i modi di progettare, realizzare e distribuire i prodotti e possono contribuire a creare una sorta di “filo digitale” che collega tutti gli attori coinvolti nel processo di creazione del valore e che permette di organizzare e gestire in modo automatico grandi quantità di informazioni.

L’evoluzione delle tecnologie digitali pone le aziende di fronte ad una fase di cambiamento che consente di realizzare una maggiore interconnessione e cooperazione tra le proprie risorse ed i clienti, con vantaggi in termini di maggiore efficienza dei processi produttivi e di una maggiore competitività del sistema. Tutta la fabbrica è connessa al resto del sistema logistico-produttivo e ai clienti tramite apposite piattaforme informatiche e i relativi dati sono utilizzati per agevolare l’assistenza post-vendita, lo sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi modelli di business. Gli investimenti in tecnologie digitali rispondono alla necessità di customizzare i prodotti, di rendere più efficiente la suply chain, di ottimizzare la risposta al mercato, di migliorare il time to market. Si tratta di ridefinire le modalità di gestione del proprio business per rendere l’azienda più competitiva ed aderente alle aspettative del proprio mercato grazie alle tecnologie digitali.

La Digital Transformation ha rappresentato negli ultimi anni uno dei maggiori driver dell’evoluzione delle aziende, ciò che è testimoniato dal costante aumento delle spese in tecnologia digitale. I maggiori investimenti riguardano il Cloud, il Mobile, i Big Data che sono alcune delle colonne portanti di tale trasformazione.

Del resto, lo stesso mercato sta cambiando molto velocemente ed è in continua evoluzione verso un modello sempre più digitale e connesso. Lo stesso si può dire del consumatore che oggi, tramite l’evoluzione digitale, è sempre più informato e consapevole del suo potere contrattuale.

Ma come l’industria italiana sta fronteggiando la trasformazione digitale alla luce delle sue peculiarità?

La sfida del digitale rappresenta un’opportunità per le aziende: saper cogliere la sfida del digitale significa operare una riorganizzazione in funzione delle nuove tecnologie digitali, con un conseguente cambiamento della visione culturale, organizzativa, sociale e manageriale.

In ogni caso, i processi di trasformazione digitale in azienda si declinano tramite un’evoluzione graduale che richiede tempo, investimenti e che deve essere gestita attraverso un piano di trasformazione da implementare e monitorare. Se la sfida del digitale rappresenta una grande opportunità per le aziende, saper cogliere tale sfida significherà operare una riorganizzazione in funzione delle nuove tecnologie digitali al fine di poterne valorizzare le potenzialità. Il percorso da sviluppare richiede la capacità di affrontare le problematiche connesse agli investimenti tecnologici, alla gestione del cambiamento e alla maturazione di adeguate competenze digitali.

Emergono, infatti, alcune domande:

  • Quali le condizioni affinchè si possa realizzare una trasformazione digitale efficace, tale da apportare una crescita di valore significativa?
  • Pur considerando l’influenza pervasiva delle tecnologie digitali finalizzata a perseguire migliori livelli di efficienza e di produttività, a consolidare l’orientamento al cliente da parte dell’azienda, a favorire le modalità con le quali le persone interagiscono e collaborano all’interno dell’organizzazione, le aziende riescono a valorizzare pienamente il loro potenziale di trasformazione?
  • I responsabili aziendali sono consapevoli dei potenziali vantaggi offerti dalle tecnologie digitali? Comprendono quanto sia importante investire in tali tecnologie per essere più competitivi sul mercato? Sono in grado di governare i nuovi trend della trasformazione digitale?
  • Si può parlare di una strategia, e non solo di interventi di tipo tattico, in grado di guidare le aziende verso il Digital Business, ossia verso l’utilizzo di tecnologie digitali capaci di introdurre innovazioni di prodotto, di servizio, di processo?
  • Cosa si intende per competenza digitale e quali sono le metodologie didattiche più adeguate per sviluppare nei giovani studenti questo tipo di competenza?

Appare importante riflettere non solo sul cosa, cioè su quali strumenti digitali si decide di investire, ma anche sul come, ossia sulle modalità in base alle quali gestire e guidare la trasformazione digitale.

In tale direzione appare importante capire il valore che risiede nei dati di cui l’azienda dispone, aprendo eventualmente nuovi canali con cui raccogliere sempre più dati e informazioni: significativo al riguardo è il fatto che la Luiss di Roma ha creato un master universitario di secondo livello che si propone di formare figure professionali specializzate nell’analisi delle quantità dei dati oggi a disposizione dell’azienda. Ovviamente per affrontare il tema dei dati occorre disporre di infrastrutture (Data Center) adeguate.

In secondo luogo occorre rivedere i processi analizzando le possibilità di applicazione delle soluzioni digitali allo scopo di valutare le possibilità di ottenere vantaggi in termini di tempi, costi e qualità.

Il cambiamento che spinge le aziende a investire in tecnologie digitali e creare nuove soluzioni ed applicazioni può essere correlato al nuovo scenario che vede il cliente come attore principale delle trasformazioni del mercato. L’obiettivo è quello di creare un contesto digitale che possa coinvolgere in modo efficace ed efficiente il cliente che può interagire con l’azienda con le modalità che le reti digitali rendono disponibili. La differenziazione dell’offerta non avviene più solo in base alle tipologie di quanto offerto ma anche nel modo in cui il cliente può fruirne. La trasformazione digitale può, quindi, consentire di migliorare le citate relazioni con i clienti mediante canali web, social, mobile.

In relazione ai rapporti con i clienti si possono ricordare, rispetto alle tematiche analizzate in precedenza, la digitalizzazione delle attività legate al Customer Care: i clienti tendono a diventare sempre più esigenti e si aspettano la capacità dell’azienda di sviluppare una relazione grazie alla quale riuscire a soddisfare le loro diverse richieste. Tramite i supporti digitali si può instaurare una sorta di ponte tra clienti ed azienda: minore è l’impegno richiesto ai clienti per entrare in contatto con l’azienda maggiore è la probabilità di fidelizzazione degli stessi clienti. Ciò richiede una revisione delle competenze possedute dal personale che opera in tale area gestionale con l’eventuale supporto di consulenti esterni che possono seguire le fasi del cambiamento che interessa la stessa attività di Customer Care.

Sempre con riferimento alle linee di cambiamento prima richiamate si possono citare altre opportunità offerte dalle tecnologie digitali nel cammino verso la trasformazione digitale:

  • la digitalizzazione delle informazioni e dei documenti può migliorare i processi decisionali con vantaggi connessi alla semplificazione dell’accesso alle informazioni, favorendo anche una maggiore prontezza decisionale;
  • la fabbrica digitale si caratterizza per alcune condizioni: i flussi di comunicazione interni sono sempre più continui ed in tempo reale, integrando produzione e gestione dei magazzini; le tecnologie rendono possibile un miglioramento delle capacità di autodiagnosi, permettendo un controllo a distanza della produzione; la flessibilità dei sistemi produttivi consentono di personalizzare i prodotti in funzione della domanda;
  • si parla dello sviluppo di canali distributivi basati su tecnologie digitali nell’ambito di una strategia sempre più omnicanale che si pone il duplice obiettivo di una maggiore capillarità distributiva e di spingere verso la forma distributiva remota servizi a minore valore aggiunto; tale strategia distributiva è diventata una parola chiave, grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali, per moltiplicare le opportunità di contatto, di acquisizione di nuovi clienti e di fidelizzazione di quelli esistenti.
  • la trasformazione digitale può fornire supporti alla creazione di ecosistemi di business che consentono di superare i tradizionali confini aziendali puntando sulla collaborazione e sulla creazione di sinergie esterne

Le soluzioni tecnologiche digitali presentano significative potenzialità in termini di capacità di migliorare le performance aziendali ma la valorizzazione di tali potenzialità si collega ad alcuni aspetti di natura organizzativa:

  • la presenza di adeguate competenze professionali: si parla, al riguardo, di competenze digitali; la Commissione Europea ha definito la competenza digitale come una competenza che implica un uso sicuro e critico delle tecnologie della società dell’informazione in ambiti diversi a partire dal lavoro, considerandola una delle competenze chiave per chi opera nella realtà attuale. La digitalizzazione rende necessario un mix articolato di competenze, un mix in cui skill di natura tecnologica si integrano con soft skill, quali, ad esempio, pensiero critico, capacità di gestire situazioni di cambiamento. In una realtà lavorativa caratterizzata dal cambiamento continuo non è più sufficiente essere solo possessori di conoscenze tecniche specifiche, ma diviene importante sviluppare e valorizzare le capacità trasversali. Si tratta di capacità indispensabili per affrontare scenari lavorativi mutevoli dove la creatività e lo spirito imprenditoriale sono indispensabili per la crescita personale come quella dell’azienda. Si parla della capacità di cercare, raccogliere e trattare le informazioni accertandone la qualità, intesa come capacità di soddisfare i bisogni informativi del soggetto interessato. La disponibilità di competenze digitali diventa un aspetto importante all’interno dell’azienda (oggi un numero crescente di lavoratori lavora “maneggiando” non tanto e solo oggetti fisici ma informazioni) come all’esterno. Così come importante è la disponibilità all’apprendimento, apprendimento che può essere realizzato all’interno come all’esterno della stessa azienda. Sul piano interno ciò determina anche un mutamento nel ruolo della gestione delle risorse umane che deve essere sempre più in grado di interpretare gli scenari futuri per supportare il processo di sviluppo professionale del personale. In quest’ottica la formazione rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre il rischio di obsolescenza delle competenze e per favorire cambiamenti ed innovazioni nelle aziende; lo scenario fornito dalla Comunità Europea evidenzia come nel 2016 circa il 40% della popolazione adulta non possiede sufficienti digital skill, nonostante che entro il prossimo decennio si stima che la presenza di tali competenze sarà richiesta dal 90% delle occupazioni. In tale contesto l’Italia, rispetto ai principali paesi europei, mostra il più basso livello di diffusione delle competenze digitali: secondo l’Istat nel nostro paese la percentuale delle forze lavoro con competenze digitali elevate è considerevolmente inferiore rispetto ai maggiori paesi europei. Un altro dato che deve far riflettere è che un numero significativo di aziende fatica a trovare personale in possesso di competenze digitali. A fronte di questi dati si può affermare che la trasformazione digitale non può prescindere da competenze specifiche in campo digitale, che rappresentano un requisito fondamentale e differenziante. Sul piano esterno, invece, l’azienda avverte il bisogno di partner qualificati che sappiano guidarla, con professionalità, lungo la strada dell’innovazione digitale. Emerge la richiesta di un intervento consulenziale che, come per i diversi tipi di interventi professionali esterni, si basi su un’attenta analisi della realtà su cui intervenire per definire una proposta personalizzata per rispondere in modo efficace alle specifiche esigenze dell’azienda cliente.
  • la necessità di superare la scarsa integrazione tra diversi settori della stessa azienda: un effetto della trasformazione digitale è proprio quello di contribuire alla riduzione dei tradizionali confini organizzativi; ciò porta a definire modalità di lavoro più flessibili e collaborative, rispetto alle quali eccessi di burocrazia, la presenza di “silos funzionali” rappresentano soluzioni ormai superate. In tale contesto si possono sviluppare team interfunzionali che possono cooperare nella creazione di conoscenze, nella condivisione e generazione di idee e nel realizzare soluzioni che vanno al di là dei confini organizzativi.
  • un’analisi organizzativa dei processi nei quali le tecnologie digitali si inseriscono secondo le modalità prima richiamate; ciò considerando che le tecnologie digitali possono consentire di semplificare gli stessi processi, aumentando la capacità di rispondere ai cambiamenti di mercato.
  • occorre valutare le implicazioni di natura culturale: si può affermare che la trasformazione digitale, potendo cambiare modalità di azione consolidate nel tempo, si può ricollegare alla necessità di un cambiamento culturale (si parla di cultura digitale) per superare quegli ostacoli che possono dar vita a delle resistenze nell’adozione di processi innovativi (si pensi, ad esempio, alla paura di fallire, cioè ad un atteggiamento che si ripercuote sulla propensione a gestire situazioni di rischio, o, ancora, alla scarsa propensione a condividere le conoscenze). Per conseguire i benefici legati alle tecnologie digitali, le aziende, indipendentemente dal settore di appartenenza, devono impegnarsi in un profondo cambiamento non solo tecnico ma anche organizzativo e culturale in grado di cambiare il modo stesso di fare business con l’obiettivo di trasformare le nuove potenzialità tecnologiche in fonte di valore.

Si può, quindi, affermare che la trasformazione digitale implica la capacità di gestire i cambiamenti organizzativi che l’adozione delle tecnologie digitali comportano. Si tratta di cambiamenti che partono dalle persone, passano per i processi per poi arrivare alle tecnologie. In altri termini, l’acquisizione di tecnologie digitali non è sufficiente, da sola, per consentire all’azienda di essere al passo con i rapidi cambiamenti nel mercato: la tecnologia digitale richiede un cambiamento nel modo in cui il lavoro viene condotto nelle organizzazioni favorendo la raccolta di grandi flussi di dati, la condivisione di informazioni, la possibilità di compiere rapidi aggiustamenti valorizzando opportunità in precedenza non disponibili, il miglioramento delle stesse modalità in base alle quali i lavoratori si coordinano e collaborano tra loro. L’uso delle tecnologie digitali può anche rendere possibile una maggiore condivisione delle informazioni verso quei soggetti che, trovandosi più vicini ai luoghi dove sono concretamente realizzati i processi, possono assumere decisioni migliori.

La domanda che ci possiamo porre allora è la seguente: si potrà essere non digitali nel prossimo futuro? Se si accetta l’evoluzione verso il digitale allora diventa importante per l’azienda dotarsi di una propria strategia per accompagnare persone e soluzioni organizzative verso questa trasformazione.

Sul piano dell’organizzazione delle attività a livello di fabbrica i cambiamenti che hanno interessato il mercato di sbocco, le tecnologie impiegate hanno determinato la necessità di rivedere il funzionamento organizzativo dei sistemi produttivi.

In tale contesto lo sviluppo del concetto di fabbrica digitale persegue l’obiettivo concreto di cercare di migliorare i propri processi produttivi ed i propri prodotti in un’ottica di miglioramento dell’efficienza attraverso soluzioni innovative. Un’efficienza perseguita dal punto di vista energetico, logistico, produttivo. Anche nel settore manifatturiero l’onda della trasformazione digitale sta modificando il modo di pensare, progettare, realizzare i processi produttivi e di supporto alla produzione.

La progressiva digitalizzazione delle informazioni coinvolge, del resto, ormai ogni aspetto della vita contemporanea compreso l’ambito industriale.

Il “viaggio” verso una fabbrica digitale è caratterizzato da continue soluzioni evolutive che cercano di valorizzare, sulla base di un’attenta analisi costi/benefici, le opportunità offerte da soluzioni innovative.

Le aziende manifatturiere utilizzano tecnologie per l’elaborazione delle informazioni in misura molto maggiore anche rispetto ad un recente passato. Ciò è una diretta conseguenza della crescente incertezza e delle difficili sfide che le stesse devono fronteggiare dovendo coordinarsi con un numero maggiore di partners aziendali. Del resto la forza competitiva di un’azienda dipenderà sempre più dalla capacità di essere strettamente collegata in rete con tutti gli attori coinvolti nel processo di produzione.

Un’azienda moderna deve puntare su un concetto di connessione, sincronizzazione, integrazione a 360° per riuscire a ridurre i costi, migliorare la qualità ed essere più competitiva. Nell’attuale contesto di riferimento, infatti, si parla di integrazione di processi, di dati ed informazioni. Le diverse componenti del processo produttivo sono tra loro integrate grazie allo sviluppo di reti informative.

Si parla di un’integrazione digitale dei sistemi e sottosistemi che compongono una moderna fabbrica: dalla progettazione alla produzione, al controllo, al collaudo, ecc.

La grande sfida è quella di riuscire a coordinare tutto il lavoro in una sorta di unico ciclo di lavorazione. Ogni attività potrà essere monitorata durante l’intero processo produttivo, secondo la logica della gestione informatico-digitale del ciclo di vita del prodotto e l’intero flusso di dati sarà convogliato e gestito da una rete che acquisisce tutte le informazioni derivanti dalle attività svolte.

Questi cambiamenti nell’attività industriale sono tali da incidere sulle diverse fasi della catena del valore: dagli approvvigionamenti ai servizi alle imprese (ad esempio nei campi della logistica, dell’informatica, dell’organizzazione, della consulenza in tema di qualità, ambiente, sicurezza, marketing, ecc.) fino alle attività a valle di post-vendita e di gestione delle relazioni con i clienti. In questo contesto, in particolare, aumentano così le sinergie tra produzione e servizi: sempre più il terreno su cui le imprese manifatturiere si devono confrontare con la concorrenza è quello dei servizi pre e post-vendita, servizi che devono risultare più efficaci ed innovativi

Le attività industriali sono così integrate in catene del valore sempre più complesse nelle quali interagiscono aziende di diverse dimensioni, attive in diversi settori e paesi.

Le parole chiave su cui riflettere sono: connessione (tra macchine e sistemi informativi), digitalizzazione (le tecnologie digitali permettono soluzioni altrimenti non realizzabili), intelligence (capacità dei sistemi tecnologici di elaborare informazioni e fornire istruzioni sulla base delle lettura ed interpretazione dei parametri di processo).

Innovazioni nei materiali, nelle modalità di disegnare e progettare i prodotti (prototipazione mediante la stampa 3D), nei processi produttivi (ottimizzare il controllo attraverso soluzioni wireless industriali), nelle attività logistiche, nelle catene di fornitura, nelle applicazioni ICT, nelle modalità di produrre ed utilizzare energia, nei modi di lavorare ed interagire hanno contribuito a cambiare il modo di fare impresa. Diffondere la cultura digitale con tutte le sue potenzialità di innovazione può essere uno strumento per accompagnare le aziende italiane nel perseguire l’obiettivo di contribuire a raggiungere l’obiettivo europeo di innalzare entro il 2020 al 20% la quota di Pil generata dal comparto manifatturiero. La sfida per le aziende italiane è quella di riuscire a mantenere l’eccellenza della tradizione manifatturiera coniugandola con i nuovi paradigmi competitivi.

Appare significativo che, al riguardo, un numero crescente di aziende ha già avviato recentemente progetti utilizzando tecnologie digitali innovative.

In questo contesto uno scambio di idee e di conoscenze tra il mondo della ricerca e imprese è una testimonianza concreta del fatto che il mondo dell’università, della ricerca e delle aziende possono e devono lavorare insieme se vogliono dar vita a progetti di successo ad alto contenuto tecnologico.

A cura di: Marco Giannini

Profilo Autore

Marco Giannini è Professore di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Economia & Management dell’Università di Pisa. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca concernenti innovazioni organizzative, evoluzione dell’organizzazione del lavoro, gestione del personale, sicurezza sul lavoro.

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