La Carriera Perfetta

Nei 35 anni da cacciatore di teste (Head Hunter) e poi da “Medico delle Carriere” una domanda che mi è stata posta frequentemente è stata: “Come si fa a costruire una carriera perfetta?”

La mia risposta, come ho spesso spiegato nei miei seminari, è sempre stata: “La carriera perfetta, come anche il CV perfetto, non esiste”, nel senso che ognuno di noi ha ambizioni, opportunità, inclinazioni, condizionamenti diversi che rendono diversi gli obiettivi da raggiungere.

Però mi è venuta voglia di approfondire il tema e così oggi sono arrivato a identificare 5 step fondamentali per avvicinarsi il più possibile alla perfezione e cioè alla realizzazione dei nostri obiettivi di carriera STRATEGICI.

Step N.1 UNA BUONA FORMAZIONE UNIVERSITARIA

Meglio se laureandosi in una università seria e impegnativa, anche se lontana da casa, magari in co-sharing con qualche istituto universitario estero. Ma quello che fa veramente la differenza, come del resto sempre nella vita, è la PASSIONE: scegliete studi che vi affascinano e partirete col piede giusto, scegliete studi per esclusione, senza convinzione, e partirete subito con l’handicap. E’ impossibile che a 18/19 anni non ci sia una minima inclinazione, magari supportata da buoni consiglieri. Se non si ha proprio idea verso quali studi orientarsi, allora si è perduta una grande opportunità durante gli studi superiori e anche una occasione per conoscere se stessi.

Ma soprattutto non bisogna commettere l’errore di scegliere la stessa facoltà del papà o farsi condizionare da frasi del tipo “se studi questo troverai un lavoro sicuro”.

E’ un errore che commettono in molti ed è consigliabile correggerlo il più presto possibile, anche a costo di perdere un anno accademico, perché quelli che non hanno il coraggio di ricominciare, saranno poi degli insoddisfatti a vita.

C’è una importante facoltà di medicina americana, che nei test di ammissione, privilegia gli studenti hanno sbagliato la prima scelta, perché presuppone che la seconda sia veramente quella giusta.

Step N.2 UNA BUONA PARTENZA

Redigere un buon CV e una buona Cover Letter è fondamentale per trasformare in colloqui/interviste le opportunità che si presentano, il tutto accompagnato da un SELF ASSESSMENT che identifichi il vostro PERSONAL BRAND, e cioè i vostri fondamentali punti di forza e punti di debolezza. Qui bisogna essere onesti con se stessi e non crearsi alibi: chiedere un feed back al compagno o alla compagna o ad amici sinceri, può essere molto utile.

In parallelo bisogna mettere a punto da subito il proprio PERSONAL NETWORK, cioè un gruppo di 10/12 persone a voi affini e legate da reciproca stima (compagni di università o master, professori, coach, amici dei genitori ecc.) con cui scambiarsi generosamente segnalazioni di lavori reciprocamente vantaggiosi. Ci possono stare anche uno o due Head Hunter che vi hanno conosciuto e vi apprezzano. Dopo i primi anni di carriera potranno farne parte anche colleghi, ex capi, ecc.

Però attenzione! Attivare il proprio PERSONAL NETWORK non consiste nel chiedere una raccomandazione al potente di turno; al contrario significa collegarsi con persone che conoscete bene e che possono presentarvi ad altre che potrebbero aiutarvi. Però non dimenticate di ringraziare in modo efficace e cercate di “restituire” il prima possibile.

Di nuovo, non dimenticate la PASSIONE nel scegliere il primo lavoro, indipendentemente dalla retribuzione o dalla vicinanza al vostro domicilio. Anche uno stage non retribuito può essere un buon inizio se l’azienda è seria e se il futuro capo vi ispira fiducia.

Step N.3 LE COMPETENZE

Un veloce apprendimento delle KEY COMPETENCIES HARD (tecniche) sin dai primi mesi di lavoro è essenziale per raggiungere il massimo livello gerarchico da PROFESSIONAL (quadro o similare); dai 35 anni in poi sviluppare anche le KEY COMPETENCIES SOFT (relazionali) per passare a ruoli manageriali, cioè con team di persone da gestire e talvolta la promozione a dirigente.

Anche qui, prima ci arrivate e meglio è, ma non a tutti i costi, bruciando le tappe spinti da ambizione sfrenata. Ogni cosa a suo tempo, la carriera è appannaggio dei passisti, non dei velocisti, meglio qualche mese dopo per consolidare risultati e competenze e non bluffare: le scorciatoie prima o poi si pagano. Sia chiaro infine, che nessuno vi regalerà niente, prima lo si capisce, meglio è.

Per competenze HARD intendo quelle riferite a una specifica funzione: vendite/marketing/HR/finanza/operations/legale/ecc. che si appendono di solito nei primi 3/4anni di carriera, e che vi proiettano poi verso ruoli manageriali. Le competenze soft, o comportamentali, sono quelle che vi consentono di gestire gruppi di collaboratori (e naturalmente il proprio capo) e che sono fatte da fattori quali capacità decisionale, resistenza allo stress, negoziazione, comunicazione, ecc.

Step N.4 Il FEEDBACK

E’ buona norma sottoporre il vostro PERSONAL NETWORK a una “manutenzione continua e programmata“ affinando le vostre capacità negoziali in un’ottica di generoso ma consapevole GIVE AND TAKE coi vostri 10/12 networker ,che nel tempo ovviamente possono evolvere e cambiare. Lo strumento negoziale più efficace è il FEED BACK che, se utilizzato intelligentemente e con onestà intellettuale, è un favoloso propulsore di carriera. Ma va richiesto con attenta preparazione, scegliendo bene il momento opportuno e funziona sia sopra, col capo, che sotto, con i collaboratori.

Se vi siete preparati bene, se siete voi per primi consapevoli dei vostri successi ma anche dei vostri errori, e se chi vi dà il feedback è sincero , le cose possono andare molto bene.

Step N.5 GLI ERRORI

Se il vostro capo vi segnala errori o aree di miglioramento che non condividete, discutetene con decisione e con franchezza; se invece si tratta di veri errori, non abbattetevi, tutti ne fanno, purché da questi si riesca a imparare e a non ripeterli.

E’ importante capire perché li abbiamo fatti, decodificando le emozioni sottostanti e le condizioni ambientali che ce li hanno fatti fare. Tutti i grandi manager di successo hanno fatto errori, persino i mitici Jack Welsh e l’ancora più rimpianto Sergio Marchionne; però ne hanno ricavato importanti insegnamenti. Welsh, per esempio, sosteneva di avere imparato molto di più dagli errori che dai successi

Recentemente ho letto un libro interessante che si intitola IL MAGICO POTERE DEL FALLIMENTO scritto dal filosofo francese Charles Pepin; leggetelo e scoprirete un sacco di cose interessanti.

CONCLUSIONI

Verificate se e in che modo vi siete discordati da questi 5 step per me fondamentali, e forse scoprirete delle cose interessanti circa i vostri successi e insuccessi professionali.

Non è mai troppo tardi per incominciare le vostre verifiche e questo vale anche per le centinaia di cinquantenni con cui ho lavorato in questi anni.

Buona carriera!

 

Articolo a cura di Claudio Ceper

Profilo Autore

Career Doctor, Business Coach & Mentor

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