Intelligenza artificiale: un ponte tra generazioni

La forza lavoro si sta rapidamente trasformando. Per capire come, vanno esaminati molti fattori. La settimana lavorativa articolata su cinque giorni ha lasciato il posto a modalità ibride e remote; la Great Resignation ha innescato il fenomeno della mobilità di massa e le aziende devono attrarre i talenti in un mercato sempre più trainato dall’appetibilità delle candidature. La congiuntura internazionale ha sparigliato le carte. E come se non bastasse, all’orizzonte si profila un altro cambiamento, ulteriormente accelerato dalla pandemia: molti Baby Boomer decidono di andare in pensione in anticipo, inseguendo nuove priorità generazionali.

Se il trend continuerà, col tempo le aziende potrebbero lamentare forti squilibri interni di competenze e know-how. Non sarà facile rimpiazzare i decenni di esperienza che questi dipendenti di lungo corso portano via con sé, ma d’altra parte è urgente trovare dei sostituti. Quali soluzioni si prospettano per le aziende e in che modo la tecnologia può aiutare?

Arrivano i Millennial

I Millennial rappresenteranno la maggioranza della forza lavoro entro il 2025: saranno loro, quindi, a colmare il vuoto lasciato da molti Baby Boomer dimissionari, sia in termini di nuove assunzioni che di scalata all’organigramma. Ma i Millennial sono anche la generazione “mobile” per eccellenza nel mondo del lavoro. Una recente indagine di PwC ha rilevato che il 23% dei Millennial molto probabilmente cambierà datore di lavoro nei prossimi 12 mesi. Un dato non di poco conto per le aziende che investono nella formazione e nella crescita del personale per coprire le posizioni vacanti. Trattenere i talenti sarà una grande sfida per chi non vuole restare in balìa della nuova marea demografica.

Lo sviluppo delle competenze dovrà avere un ruolo centrale. Ma quando si chiede a dipendenti e datori di lavoro se la loro azienda sarà in grado di dare priorità a questa esigenza, si registra uno scarto di ben 30 punti percentuali nell’ottimismo dei due gruppi in tal senso. Eppure questo intervento è più che mai necessario per preparare gli ambienti di lavoro al passaggio generazionale. Oltre la metà delle aziende (56%) ha già inserito lo sviluppo delle competenze nelle sue priorità, o lo farà entro un anno – il che rappresenta comunque un primo, timido passo avanti.

Un elemento cruciale nel passaggio di testimone fra le generazioni sarà la gestione delle conoscenze. Come faranno le aziende a trasferire un patrimonio di nozioni dalla vecchia alla nuova generazione? Dovranno identificare le persone più adatte a ricoprire determinati ruoli, capire quali competenze hanno, di quali competenze hanno bisogno e come svilupparle al meglio. Questo significa analizzare, valutare e implementare enormi volumi di dati: un compito che sicuramente esula dalle capacità umane. Ed è qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale (AI).

Il passaggio del testimone grazie all’AI

Ogni azienda offre molti percorsi professionali e ha esigenze formative diverse, ma spesso i dipendenti non ricevono queste informazioni o non le comprendono a fondo. Raccogliendo i dati sul personale, e analizzandoli con le potenti funzionalità dell’AI, le aziende possono delineare profili di competenze estremamente accurati per l’intera forza lavoro. Grazie all’Intelligenza Artificiale, si possono collegare le persone alle opportunità di crescita più idonee e favorire il dialogo con i manager per individuare obiettivi e strategie di sviluppo. Utilizzando l’AI in questo modo, le aziende possono tracciare percorsi di carriera per i dipendenti e incentivare i Millennial a conservare il proprio ruolo, contrastando i trend demografici.

Accanto a un buon uso dell’AI occorre anche un’efficace strategia di investimento nei contenuti. Costruendo una libreria di contenuti formativi rilevanti e ben organizzati, le aziende possono offrire a ciascun dipendente un programma di training completo e mirato. Anche in questo caso la parola chiave è “personalizzazione”: l’AI è in grado di selezionare i materiali più interessanti per ciascuno, sulla base delle competenze e degli obiettivi individuali. Tutto questo contribuisce a sviluppare una cultura di formazione che permette ai dipendenti di disegnare autonomamente la mappa del proprio sviluppo e dell’avanzamento professionale in azienda. Lo stesso approccio si può adottare per colmare le lacune di competenze in seno all’organizzazione e insegnare ai Millennial le abilità dei predecessori.

Prospettive future

In un contesto di profondo cambiamento del mercato del lavoro, con le aziende impegnate ad attrarre, coltivare e trattenere i migliori talenti, l’Intelligenza Artificiale giocherà un ruolo essenziale. Grazie all’AI si potranno infatti raccogliere, analizzare e interpretare i dati, e formulare soluzioni chiare, mirate e decisive per orientare le azioni del futuro. La sua capacità di apprendere e di evolversi costantemente ci permetterà di colmare qualsiasi divario di competenza, ora e negli anni a venire.

Sfruttando l’AI possiamo conoscere e descrivere approfonditamente il bagaglio di competenze a ogni livello organizzativo, identificando le lacune. Questo permetterà alle aziende di investire con efficacia nello sviluppo delle competenze e nelle risorse utili alla crescita del personale – con evidenti vantaggi anche per il business.

A cura di Fabio Todaro, Senior Regional Sales Director per l’Italia di Cornerstone OnDemand

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