Mollo il lavoro e cambio vita

Sembra che due siano le principali spinte in grado di far pronunciare la frase che hai letto nel titolo dell’approfondimento di oggi.

La pressione interna diventa troppo forte e il coperchio salta. È il caso di scappare da una situazione ansiogena, ma in un mondo che cambia rapidamente, avere successo nonostante il V.U.C.A. (Volatilità, Incertezza, Complessità, Ambiguità) presuppone capacità di fare leva sull’adattamento continuo.

Il nostro monito? Ciò non deve essere interpretato come una reazione alle circostanze, ma come un’azione continuativa, pianificata per l’evoluzione!
Il segreto è sapere come reinventarsi sotto la spinta della necessità.

In soldoni, bisogna avere gli strumenti per cogliere i segnali deboli, anticipando nel cuore le esigenze future, per selezionare il giusto obiettivo della propria nuova carriera, pur in una situazione di sensibile emergenza.

A ben vedere tutte le decisioni cruciali vengono prese in seno all’angoscia della loss aversion, ma solo chi conosce se stesso, ombra compresa, è in grado di cavalcare questa spinta istintiva, sublimandola in qualcosa di più razionalmente gestibile e potenzialmente utile a lungo termine. Lo stimolo all’azione, dato dalla necessità, è prezioso e al tempo stesso insidioso per la sua urgenza irrazionale che può far compiere passi falsi, facendo saltare alle conseguenze a partire da pochi elementi. È il caso del “thin slicing”, che parametricamente ci induce a credere vero qualcosa basandoci sulla piccola fetta di esperienza che ne abbiamo fatto in proiezione di un futuro dipinto dalle emozioni del momento. Conoscendosi, magari attraverso il coaching o l’analisi, è invece possibile percepire chiaramente le cose, dando il peso che merita ad ogni singola spinta evolutiva per catturarne il senso e l’impatto in una prospettiva più ampia e duratura.

Realizzazione

Fare “il lavoro dei propri sogni” è la più potente leva di motivazione. Ma, come rendere concreto il sogno di creare il lavoro ideale?

Partendo dal concetto di IKIGAI puoi trovare il tuo “punto di massimo impatto”, ovvero quell’attività che ti appassiona, che ti riesce particolarmente bene e che è “spendibile” sul mercato. Nella piramide di Maslow, così come nei livelli logici e neurologici rispettivamente di Bateson e Dilts, troviamo l’autorealizzazione al vertice dell’individuo. Essa passa dalla soddisfazione di tutti i bisogni primari e sociali tra i quali il lavoro spicca per utilità e relazione. Realizzarsi professionalmente è dunque una spinta sociale e relazionale che può portare a decidere di cambiare rotta in maniera repentina, mossi dal vento della passione, verso un futuro ricco di luce e consapevolezza di essere. Tacitare questa spinta, diversamente, è fortemente sconsigliato perché tende a portare frustrazione e senso di impotenza di fronte al destino.  Siccome siamo quello che facciamo – è l’etimologia del pronome personale “io”  a dircelo a chiare lettere – bloccare la realizzazione di ciò che sentiamo vero e significativo è davvero controproducente per la qualità della propria vita, oltre che del lavoro svolto.

Ti consigliamo, pertanto, di analizzare bene la tua personalità ed il tuo potenziale in modo da trasformare dinamicamente la chiamata del tuo talento nel lavoro che desideri, rispondendo con responsabilità e autorevolezza agli interrogativi che la vita pratica ti pone. Questo significa saper fare delle prove affiancando l’attività oggetto della tua inclinazione a quello che fai già, evitandoti pericolosi salti abissali, fino al momento in cui avrai imparato a volare con le nuove ali che tecnica e passione sapranno forgiare per te.

Chiariti i due criteri nodali per la decisione di cambiare professione, è a nostro avviso il caso di fare un passo indietro, provando a capire cosa possa celarsi dietro al cambiamento professionale a livello concettuale.

Per questo, potrebbe essere utile sapere cosa succede dentro di noi quando:

  • Diventiamo insofferenti a tutto e tutti
  • Alzarci la mattina ci pesa più di un macigno
  • Contiamo le ore che ci mancano per timbrare il cartellino di uscita
  • Alla domenica sera siamo già angosciati perché l’indomani sarà lunedì
  • Vorremmo prendere a testate ogni santo giorno capi, colleghi e clienti
  • Siamo sempre arrabbiati (prima, durante, dopo) e nulla riesce più ormai a farci star bene sul lavoro.

In questi casi, probabilmente si può avvertire un forte disallineamento tra volere e dover fare… Cosa che non succede, invece, quando siamo centrati lavorativamente, realizzando con le opere quanto ci sembra giusto e conveniente per il nostro obiettivo futuro.

Per identificare bene il sentimento e capire cosa fare è inoltre importante chiederci se:

  • prima il lavoro ci piaceva
  • nonostante i normali problemi quotidiani prima riuscivamo a vivere tutto con più “leggerezza”.

Ora l’importante è identificare il vero momento che ha diviso il prima dal dopo a livello di realizzazione personale e professionale. Hai gli strumenti per capirlo, andando oltre l’apparenza delle sensazioni?

Più aumenta il malessere, più aumenta il desiderio di sbattere quella maledetta porta e non tornare mai più. Ma il vento del cambiamento, non accompagnato da un controllo accurato, è un vero e proprio vortice di emozioni in grado di far volare tutto e tutti indistintamente, senza farsi carico delle reali conseguenze. Da un lato la sofferenza e la rabbia sussurrano di fuggire il prima possibile – tanto peggio di così non si può stare – dall’altro, il senso di colpa derivante dalle parole che le persone vicine ci hanno detto può far uscire dalla comfort zone in modo brusco e magari traumatico.

  • Sai quel che lasci, ma non sai quel che trovi…
  • …Non lamentarti, devi essere felice di avere un lavoro, al giorno d’oggi!
  • L’importante è che ti paghino, tutto il resto è “noia”.

Tanta confusione chiama una risposta ordinata e metodica.

Ed ecco il motivo di questo articolo: vogliamo farti vedere che il cambiamento professionale, per quanto non facile, è altrettanto possibile con gli strumenti di pianificazione e organizzazione ottimali.

Nello specifico, grazie ad essi, può diventare meno difficile a livello delle conseguenze percepite, e quindi più libero e potenzialmente di successo, evitando freni a mano tirati all’improvviso e marce indietro forzate dalla percezione di una strada senza uscita più avanti.

Innanzitutto, dobbiamo prendere in considerazione che il cambiamento professionale può avere tre sviluppi significativi:

  1. Cambiare azienda, rimanendo nello stesso settore e svolgendo quindi lo stesso tipo di lavoro
  2. Cambiare settore/lavoro e azienda
  3. Cambiare rimanendo nella stessa azienda.

Tu quale dei tre vuoi intraprendere? Che cambiamento vuoi affrontare personalmente?

Ti consigliamo di prenderli in considerazione tutti per analizzarne vantaggi e svantaggi, non escludendone uno a priori, soprattutto se fino a quel momento non hai fatto nulla oltre che lamentarti.

Molti staranno pensando: ho provato a far cambiare atteggiamento ai colleghi e ai capi ma non è servito a molto, anzi, forse solo a peggiorare la situazione.

In realtà, non stiamo parlando solo di quello. Come ci ha insegnato il filosofo Epitteto è inutile concentrarci su quello che non è sotto il nostro controllo diretto.

  1. Inizia quindi a cambiare il tuo atteggiamento e i tuoi paradigmi, andando alla ricerca di un miglioramento profondo che ti possa permettere di prendere le tue future decisioni, con calma e in modo razionalmente oggettivo.
  2. Se prima non chiarisci a te stesso/a che cosa stai cercando e soprattutto perché lo stai facendo, poco importerà dove lo cercherai e come: la possibilità di ritrovarti in situazioni addirittura peggiori, a causa di valutazioni non fatte o fatte solo a metà, sarà molto alta!

Quindi solo dopo aver sentito in te chiarezza su:

  • Perché stai cercando il cambiamento?
  • Cosa ti aspetti che avvenga, concretamente, secondo tempi e risultati misurabili, dopo che lo avrai intrapreso?

…Potrai decidere se restare o andartene, cambiando lavoro e magari addirittura settore professionale!

Attraverso questa analisi emozionale/razionale potrai farlo con la profonda consapevolezza umana e professionale che ci vuole!

In tal senso, ti consigliamo di approfondire il dialogo con te stesso/a, magari facendo tuo il modo espresso da Marco Aurelio, piuttosto che da Sant’Agostino.

Dopo questi suggerimenti a lungo termine, veniamo ora a quelli sul tema più specifico della svolta professionale intesa come cambio di carriera.

Affrontare il proprio cambio di carriera con metodo, pianificando attività e tempi, aiuta a mantenere il focus e la motivazione sul benessere personale e dei propri familiari per portare a termine il percorso. La famiglia e le persone care, infatti, potrebbero accusare i cambi d’umore dell’interessato al cambiamento e/o percepire, essi stessi, stati di malessere dovuti, alle eventuali proiezioni paurose circa la mancanza di stabilità, di reddito o di tempo insieme a seguito del cambiamento preannunciato.

Perciò, metodicamente, ti suggeriamo quanto segue affinché tutto fili liscio fino alla tua svolta.

Scrivi l’obiettivo e tienilo facilmente in vista

La filosofia IKIGAI potrebbe esserti utile in questo passaggio. Inoltre, la matrice impatto/sforzo può essere un valido strumento di supporto per permetterti di cavalcare il “trend emergente*” dando così una spinta alla tua carriera. Attraverso di essa puoi fare un’analisi preliminare delle varie opzioni in maniera “oggettiva” prima di settare il tuo obiettivo.

Come costruirla? Guarda l’esempio qui sotto.

Poi, analizzando il da farsi, dai un valore da 1 a 10 per l’impatto ottenibile e lo sforzo da ingaggiare per ogni decisione professionale che vuoi prendere. Infine, distaccati dalle emozioni e guarda la matrice, così compilata, diciamo da un punto di vista più alto, al fine di guadagnare oggettività e prospettiva.

Traccia il percorso

Creare un piano d’azione dettagliato, con attività e tempi, ti permetterà di tracciare il progresso, prevenire possibili ostacoli e restare focalizzato/a sulle attività di valore per il tuo progetto di cambiamento professionale.

Ma come scegliere le attività di valore, facendole diventare prioritarie? Con la regola 80/20, detta anche principio di Pareto.

Tra tutte le attività che svolgiamo, infatti, soltanto una piccola parte, corrispondente al 20% circa, concorre al raggiungimento dell’80% dell’obiettivo.
Il resto sono attività accessorie, ovvero inutili dal punto di vista del risultato che ti interessa.

Fermarsi a riflettere e scegliere di dedicare tempo al 20% “che conta” è cruciale per la nostra efficacia. Il driver per capire cosa ricada nel “cruciale 20%” è da ricercarsi nella potenza di impatto di una determinata azione. Per impatto intendiamo ciò che rende un’azione significativa, cioè in grado di portare effetti positivamente duraturi quanto dirompenti nel suo ambito.

Acquisisci competenze chiave

Ci sono capacità e competenze che possono letteralmente “mettere il turbo” al tuo lavoro, ad esempio, le skills digitali, l’abilità di project management ecc.

Talvolta, la mancanza di competenze chiave costituisce uno “spreco” di energie e di tempo; quindi, ti consigliamo di creare abitudini abilitanti, vale a dire pattern automatici in grado di aiutarti a “fare passi in avanti” risparmiando“willpower”, ovvero forza di volontà.
La volontà è una capacità finita, che si stanca e diventa inefficace a certi livelli di sforzo prolungato dal punto di vista decisionale.

Inserendo abitudini abilitanti, puoi stabilire dei pattern decisionali sicuri in grado di diminuire la “decision fatigue” a vantaggio della sopravvivenza della tua willpower per i task decisionali impattanti.

Vuoi alcuni esempi di routine abilitanti?

  • Decidere la sera prima le tue 2 TOP PRIORITIES per il giorno seguente
  • Tracciare il tuo progresso ogni giorno (a fine giornata)
  • Pianificare, a fine settimana, quella successiva dal punto di vista dei risultati misurabili
  • Usare la tecnica del “time blocking” per riservare tempo in maniera ricorrente alle tue attività cardine.

Questi sono solo alcuni dei consigli che un coach può mettere in campo, aiutandoti a modellare la tua vita in funzione di quello che sei venuto/a a fare sulla terra. Tutto ciò potrebbe coincidere con la felicità dal punto di vista lavorativo e quindi costituire la base per il tuo benessere. A te sta la voglia di conoscerti oltre alla capacità di saper vedere chi ti può veramente aiutare dandoti un moltiplicatore energetico, come il cambio della mountain bike, nella salita per il tuo successo.

Ti auguriamo un cambiamento ponderato quanto portatore di leggerezza,

*Per “trend emergente” intendiamo il lavoro ricercato dalle aziende al momento della tua decisione di cambio professionale. Questo non significa che tale opportunità ci sarà in futuro, quando tu avrai eventualmente allenato tutte le skills necessarie per svolgerlo al meglio.

 

Articolo a cura di Rovena Bronzi, Simona Bargiacchi e Dario Ramerini

Profilo Autore

Job coach umanista e consulente di orientamento professionale, con una laurea in psicologia del lavoro e un titolo di assistente del personale acquisito alla Lugano Business School. Si occupa di accompagnare, formare e guidare nella ricerca attiva di un nuovo lavoro, nell’orientamento e cambiamento professionale, nella ricerca di una propria autorealizzazione (work life balance) in quelle che sono le 3 sfere più importanti del coaching umanistico: il rapporto con noi stessi, il rapporto con gli altri e il rapporto con il fare.

Profilo Autore

Responsabile della comunicazione interna & rapporti con le Università per una multinazionale del settore chimico. Dopo una laurea in ingegneria, ha seguito percorsi di studio per acquisire le competenze gestionali, comunicative e relazionali necessarie per un’evoluzione di carriera nell’area risorse umane. Oggi si occupa principalmente di comunicazione interna, employer branding, relazioni con Università e benessere delle persone (da poco certificata Chief Happiness Officer).

Profilo Autore

Lo Stilista delle parole, specializzato in comunicazione ed espressamente in persuasione etica per la negoziazione. Autore del libro “Il Perfetto recupera crediti” recensito con intervista da RTL 102.5 e Money.it, si occupa di formazione per la vendita, di creazione di testi attrattivi e di progettazione di loghi profondamente espressivi circa la visione ed i valori del brand. È anche coautore de “Il Cerimoniale della vendita”, “L’Emergenza della vendita” e “Creativita”. Quest’ultimo testo descrive il viaggio avventuroso alla scoperta del talento, attraverso la conoscenza di se stessi in sette specialissime tappe significative.

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