Come scegliere l’aiuto giusto per il tuo business

A meno che non sia divorato dalla superbia, anche il più distratto degli imprenditori sa che non può avere le risposte per tutto ciò che avviene nella sua azienda. Certo, può convincersi di non avere bisogno di nessuno, di avere tutte le risorse, tutta l’esperienza, tutta la capacità e tutta la determinazione che gli servono per trovare il bandolo della matassa, ma in fondo sa che non è così e che prima o poi dovrà fare i conti con le lacune che stanno affliggendo il suo business, magari da tempo. Ed è proprio perché “in fondo” lo sa che oppone tanta resistenza all’idea di trovarsi in uno stato di vulnerabilità. Un po’ come chi avverte dolore persistente da qualche parte del corpo, ma si rifiuta di andare dal medico: a volte il problema passa spontaneamente… altre volte no.

Un buon inizio per chi è disposto a mettersi seriamente in gioco è quello di porsi una serie di domande che va a toccare qualche nervo. Non è piacevole, ma oltre che essere salutare, consente di farsi un quadro molto preciso della situazione.

Queste le domande:

  • Dove mi trovo con la mia azienda, oggi, rispetto a dove vorrei essere?
  • Da quanto tempo mi trovo qui senza riuscire ad andare oltre?
  • Quanto mi sta costando, in termini economici, affettivi, professionali, fisici, ecc. restare impantanato/a in questa situazione?
  • Fino a che punto sono disposto/a ad impedire che l’azienda che potrei avere possa esprimere il suo pieno potenziale?
  • Chi, oltre me, sto sacrificando per voler trascinare questa situazione?
  • Fin dove sono veramente disposto/a a spingermi per far crescere l’azienda come potrebbe e dovrebbe?

Non sono proprio domande di cortesia, ma aiutano a capire dove ci si trova veramente e, proprio perché le risposte possono risultare fastidiose, rafforzano il desiderio di uscire da quella situazione. Potremmo definirlo un autosabotaggio costruttivo. Tuttavia, anche quegli imprenditori che hanno capito che c’è qualcosa da mettere a punto si trovano poi nella situazione di non sapere come orientarsi tra la pletora di offerte che il mercato propone, professionisti di ogni genere che promettono soluzioni di ogni tipo che alla fine lasciano smarriti.

Dunque, ci sono: consulenti, mentor, tutor, coach di ogni tipo, psicologi, ecc… ci credo che un imprenditore, un autonomo o un professionista (a cui mi riferirò cumulativamente d’ora in poi come “imprenditori”) faccia fatica a capirci qualcosa in questo guazzabuglio di professionalità che spesso gli stessi addetti ai lavori fanno fatica a districare!

Per fare chiarezza, occorre prima capire bene quale sia il processo che sottende al raggiungimento di un risultato, che per sua natura non è né desiderabile né indesiderabile, ma solo l’effetto, la conseguenza, di una serie d’interventi che vengono fatti su diverse “dimensioni”. Dall’idea alla realizzazione di un obiettivo ci sono ben sette passaggi, dai più intangibili ai più tangibili, ma nella maggior parte dei casi si tiene conto solo dell’ultimo… o degli ultimi due, se va bene.

Ma vediamo il processo nei dettagli, partendo dal settimo ed ultimo passaggio, che è quello più “vicino” al risultato, cioè…

L’AZIONE

E’ ciò che si fa, materialmente e tecnicamente, per raggiungere un risultato desiderabile. Poiché la maggior parte delle persone tende a pensare in modo convergente ed a corta gittata, una caratteristica della nostra mente meccanicistica, si tende ad attribuire il risultato (effetto) ad una causa immediatamente antecedente il verificarsi dello stesso. Se il risultato che si vuole ottenere riguarda la soluzione ad un problema materiale o tecnico, intervenire sull’azione, correggendola opportunamente, può essere sufficiente nella maggior parte dei casi. Se questo non avviene, però, occorre risalire ad una causa più strutturale, che riguarda il sesto passaggio…

IL CONTROLLO

Perché l’Azione non ha funzionato? Quanto Controllo si ha, veramente, sulle Azioni che vengono attuate o sul problema che si vuole risolvere (ovvero l’obiettivo che si vuole raggiungere)? Ci sono eventi o situazioni su cui, semplicemente, non si può intervenire perché sono al di fuori della nostra sfera d’influenza ed è importante riconoscerli, umilmente, se non si vuole continuare a sbattere la testa sul muro. Non significa rinunciare all’obiettivo, ma elaborare strategie di riserva per aggirare l’ostacolo o riformulare l’obiettivo. Per capire quali strategie alternative attuare è necessario risalire al quinto passaggio…

IL POTERE

Controllo e Potere sono due facce della stessa medaglia, ma è il Controllo a dipendere dal Potere, che è la facoltà di agire in modo funzionale ed efficace rispetto ai propri obiettivi. La competenza, l’esperienza, le alternative a disposizione, la sfera d’influenza, la propria posizione, ecc. contribuiscono a definire il nostro Potere e, quindi, la forza con la quale possiamo esercitare il Controllo e le Azioni conseguenti. Molti hanno una visione negativa del Potere e del Controllo e per questo vi si rapportano in modo spesso contraddittorio o perfino conflittuale. Il Potere è indispensabile se si vuole arrivare da qualche parte, ma una discussione sulla sua eticità non rientra nello scopo di quest’articolo.

Questi primi tre passaggi riguardano la dimensione OPERATIVA/TECNICA del processo e per questo è bene consultare professionisti specializzati nelle rispettive aree di competenza. Tali professionisti sono i “classici” consulenti aziendali o, nel caso, cosiddetti mentor o tutor che hanno maturato le competenze e l’esperienza operativa/tecnica necessarie per aiutare l’imprenditore a gestire bene questi tre passaggi.

A questo punto, si entra in tutt’altro ordine d’idee e non riguarda ciò che si ha (o meno) o ciò che si fa (o meno) o ciò che si può (o meno) rispetto alla realtà esterna, cioè quella con cui si interagisce per ottenere i risultati voluti, bensì ciò che si percepisce (o meno) di quella realtà e come impatta sulla nostra realtà interiore. Ciò che emerge dal confronto tra queste due realtà ci porta al quarto passaggio…

LA DECISIONE

E’ la prima forma di Azione, solo che avviene a livello mentale ed emotivo. Soprattutto se il risultato da perseguire esce dagli schemi che si sono sempre usati, decidere viene vissuto come un’attività rischiosa, e a maggior ragione se il Potere e il Controllo che si percepiscono vengono considerati insufficienti. Le dinamiche che sottendono alla decisione sono inconsce e, quindi, raramente ci si rende conto che il problema sia a questo livello. Occorre portare alla luce i riferimenti su cui poggiamo per decidere e valutare se siano efficaci ai fini degli obiettivi che si vogliono raggiungere. E questo ci porta al terzo passaggio…

GLI SCHEMI MENTALI (PENSIERO)

La nostra mente lavora su due grandi sistemi: il sistema di credo e il sistema di valori. Il primo ci suggerisce ciò in cui dobbiamo credere, mentre il secondo ci dice ciò che è per noi importante. Questi due sistemi sono molto flessibili e dinamici, cambiano anche di molto nel tempo, ma finché decidiamo che una convinzione o un valore debbano restare ciò che sono, saremo disposti a morire pur di mantenerli integri. Tale autoimposta rigidità è ciò che ci impedisce di esplorare nuove strategie e possibilità.

Questi due passaggi riguardano la dimensione EMOTIVA/RELAZIONALE e per intervenire su di esse si richiedono professionalità molto diverse: psicologi, coach, esperti di PNL, ecc., ossia professionisti capaci di intervenire sugli schemi mentali e la capacità decisionale di un imprenditore al fine di rafforzare la percezione che ha del Potere e del Controllo di cui può disporre per attuare Azioni impattanti ed incisive.

Ma non è finita. Fino a pochissimi decenni fa ci si poteva anche fermare qui, ma la crescente complessità di un mondo e di un business in continua e frastornante evoluzione ci costringe a dover andare oltre e scendere nei meandri della struttura stessa della nostra realtà. Ed è qui che s’inserisce il secondo passaggio…

LA CONOSCENZA

Non riguarda l’acquisizione di dati e informazioni (di quelli ce ne sono già fin troppi), ma di conoscere le dinamiche e le leggi che governano questo mondo. La nostra realtà non è né neutra né amorfa. Al contrario, ha una sua fisionomia, un suo carattere, una sua intenzione e reagisce a tutto ciò che facciamo. Quelli che noi consideriamo eventi fortuiti sono in effetti precise risposte che questa realtà ci ritorna ed è per questo che stiamo incontrando crisi e conflitti come mai prima d’ora e non potranno che aumentare se non cominciamo a considerare l’etica non più soltanto come un futile esercizio intellettuale, ma una parte integrante ed indissolubile del business.

Ed infine, il primo passaggio…

LA SAGGEZZA

Abbiamo finora accreditato questa qualità a poche persone mentalmente e spiritualmente elevate. Oggi, è un must per una leadership in grado di guidare un’azienda (e nemmeno necessariamente grossa) in questo mercato. La saggezza, in questo contesto, è la capacità di vedere il quadro d’insieme di qualunque situazione, tenendo conto dei vari aspetti e delle diverse dimensioni in cui ci stiamo muovendo al fine di definire lo stato attuale in cui ci si trova per individuare più velocemente ed efficacemente gli obiettivi da perseguire.

Conoscenza e Saggezza riguardano la dimensione MENTALE/SISTEMICA della nostra realtà e richiede l’intervento di un coach sistemico (appunto) in grado di seguire l’imprenditore che intende cambiare marcia e dare una nuova impronta alla sua azienda. Come dicevo, non si tratta dell’ultima trovata manageriale, ma dell’impellente necessità di allineare il proprio business con un mondo che diventerà altrimenti sempre meno interpretabile.

La seguente figura illustra visivamente il processo appena decritto.

Questo è un tipico percorso sistemico per due motivi. Il primo è che prevede dei passaggi coinvolgendo le tre “dimensioni” della nostra realtà (distinte dal colore) contemporaneamente, inducendole ad interagire fra loro. Il secondo è dato dalla circolarità e dalla dinamicità del processo (diversamente da quello meccanicistico, che è lineare e statico) dove, partendo dalla Saggezza, si arriva ad un’Azione forte e consapevole, aumentando così notevolmente le possibilità di successo per il raggiungimento dell’Obiettivo. A sua volta, tale successo andrà ad irrobustire la Saggezza, portando tutto ad un livello più alto, in una spirale ascendente.

La nuova frontiera della crescita di un business sarà sempre di più legata alla capacità di usare le diverse risorse e competenze specifiche di tutte le dimensioni, che non potranno più funzionare isolatamente, come hanno fatto finora, grazie anche all’apporto di una nuova figura professionale, che è quella del Systems Coach.

Se vuoi saperne di più su questo argomento o su altri temi che riguardano le dinamiche dei sistemi, puoi consultare i seguenti libri:

oppure puoi consultare il mio sito che è ricco di risorse che vertono su questo tema:

www.alessandrocarli.it

 

Articolo a cura di Alessandro Carli

Profilo Autore

Alessandro Carli è un trainer e coach italocanadese che da trent’anni opera nel settore del personal development.
Durante questo arco di tempo ha avuto modo di lavorare molto da vicino con qualche migliaia di persone tra imprenditori, dipendenti, privati e studenti, che gli ha permesso di farsi un’idea piuttosto chiara sul funzionamento della realtà in cui tutti operiamo, individuando degli schemi che si ripetono nei diversi contesti delle nostre vite.
Dal 2012 si è dedicato allo sviluppo di un vero e proprio “studio” che riguarda le dinamiche dei sistemi, che ha poi codificato nella cosiddetta Intelligenza Sistemica. Applicata al coaching e/o alla formazione in senso lato, questo studio può consentire a chiunque di scendere alla radice delle problematiche che ci troviamo tutti ad affrontare quotidianamente e risolverle a quel livello.

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