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Il sogno retrofit diventa realtà?

Il vocabolo inglese corrisponde alla traduzione italiana di “ammodernare, aggiornare”. La pratica del “retrofit“ consiste nell’aggiungere nuove tecnologie o funzionalità ad un sistema vecchio. Nell’articolo il caso della riqualificazione elettrica dei veicoli in circolazione.

 Già Francis Bacon nel sedicesimo secolo immaginava una scienza utile solo se attiva e operante al servizio dell’uomo. E forse questo auspicio si sta avverando, per lo meno nell’ambito dei veicoli a motore. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 7 dell’11 gennaio scorso è stato pubblicato il Regolamento 1 dicembre 2015, n. 219 relativo al sistema di riqualificazione elettrica (retrofit), destinato ad equipaggiare veicoli delle categorie M ed N1.

DI COSA SI TRATTA

Il Regolamento stabilisce le procedure tecniche e amministrative per l’omologazione di sistemi di riqualificazione elettrica, destinati ad equipaggiare autovetture, autobus e autocarri, dotati in origine di motore tradizionale, consentendone la conversione in trazione esclusiva elettrica.
L’obiettivo perseguito è la regolamentazione della riqualificazione dei veicoli in circolazione sotto il profilo dell’impatto ambientale.

L’esigenza primaria del provvedimento, infatti, è quella di ridurre le emissioni nocive nell’ambiente, prodotte da veicoli stradali con motore tradizionale.

IL PERCORSO PER ARRIVARE AL REGOLAMENTO

Un’innovazione così profonda, tale da permettere un cambiamento epocale in termini di riduzione dell’inquinamento, risparmio e opportunità di rilancio delle imprese non nasce dal nulla.

La pubblicazione del Decreto è l’ultimo tassello di un lungo percorso, portato avanti da più parti. Un passo importante è sicuramente stato quello di trattare l’argomento e di stimolare la consapevolezza sull’impatto di questa “rivoluzione elettrica” come è avvenuto al convegno “Ottimizzare la catena dei trasporti in Italia” organizzato da Assotrasporti nell’ambito dell’evento internazionale Move.App Expo (appuntamento annuale sulle politiche per la mobilità, i trasporti e la logistica che porta a Milano i più illustri operatori, esperti e rappresentanti istituzionali del settore) e più recentemente al Transpotec Logitec (Verona, 27 aprile), con un workshop intitolato “Incontriamoci, proponiamo, lavoriamo su… retrofit e tecnologie bi-fuel”, patrocinato anche dal CIRT – Centro Ricerche Trasporti dell’Università di Genova. In queste occasioni hanno preso parte molte personalità accademiche e politiche, che hanno discusso di tecniche e modalità per risparmiare carburante.

Un esempio interessante è “Oscar” presentato dal Prof. Fabrizio Dallari, dirigente del Centro di Ricerca sulla Logistica dell’Università Liuc, quale Osservatorio sulle strategie alternative di rifornimento del carburante da parte delle imprese dell’autotrasporto. Lo scopo delle ricerche condotte dall’osservatorio è valutare come fare rifornimento di carburante nel modo più conveniente possibile, dato che risulta essere la seconda voce di costo per le aziende di autotrasporto.

Sono state occasioni in cui, le diverse parti sociali, si sono confrontate sui vantaggi di questa tecnologia, nei termini di rinnovo del parco veicolare, risparmio in costi di manutenzione, apertura di un nuovo mercato per le società che trasformano i veicoli. Un modo anche per riflettere sulle strategie di sviluppo, come quelle proposte da Gaetano La Legname (esperto di logistica e tecnico che ha seguito da vicino l’iter legislativo) che ha posto nei sui interventi l’accento sulla necessità che le piccole imprese si aggreghino sotto forma di reti affinché i numerosi benefici del sistema di riqualificazione elettrica siano a disposizione di tutti sul mercato. Un percorso che ha contributo a rendere il nostro Paese “il primo a legiferare in Europa in materia di retrofit elettrico”.

Riprendendo le parole On. Ivan Catalano, in prima linea nel seguire l’iter e nel presentare proposte in materia (accolte poi dal Parlamento): “già da tempo era possibile operare artigianalmente una simile sostituzione, ma l’impossibilità di riomologare in Italia i veicoli “retrofittati” ha sempre costretto i proprietari a trasferirli in altri Paesi UE, dove esistono soggetti privati autorizzati a omologare tali veicoli, e riportarli poi in Italia”.

La possibilità di riqualificare un veicolo a motore termico in elettrico è prevista nel nostro Paese già dal 2012, ma mancava ancora (fino ad oggi) il Decreto attuativo della normativa sul retrofit.

I PRINCIPALI VANTAGGI DEL NUOVO SISTEMA RETROFIT ELETTRICO

I benefici per i cittadini saranno molteplici. Per prima cosa, la possibilità di convertire il proprio automezzo in veicolo elettrico, avendo perciò meno vincoli alla circolazione e all’accesso alle zone a traffico limitato, senza necessariamente acquistarne uno nuovo.

Per le imprese, considerando l’intera filiera indotta dal Regolamento, i benefici sono molti e riguardano:

  • imprese produttrici dei componenti del sistema (batterie, motori elettrici, sistemi elettronici);
  • imprese che si qualificheranno costruttori di sistemi di riqualificazione elettrica;
  • l’intera catena di officine titolate ad eseguire materialmente la riqualificazione elettrica del singolo veicolo, consistente nella rimozione del motore termico e nella successiva installazione del motore elettrico;
  • imprese di autotrasporto, che potranno riqualificare il proprio parco veicolare soprattutto con riferimento ai veicoli utilizzati per la distribuzione delle merci nelle città;
  • aziende di trasporto pubblico, che potranno rinnovare il proprio parco veicolare con conseguenti risparmi rispetto all’acquisto di nuovi veicoli.

Grazie all’impegno e all’ascolto delle istanze delle piccole e medie aziende di autotrasporto, colonna portante del sistema trasportistico italiano, è possibile assicurare migliorie a tutto il settore e, di riflesso, a tutti quanti: un minore inquinamento ambientale e l’abbattimento dei costi sul carburante.  

A cura di Secondo Sandiano, Presidente Assotrasporti

Articolo pubblicato sulla rivista Leadership & Management – Marzo/Aprile 2016

 

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