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Propositi per il 2017. Giocare sul sicuro? I leader veri non lo fanno…

Siamo a fine anno. E’ bello ribaltare certe convinzioni. Buttarle dalla finestra. Ad esempio, la regola per cui è meglio giocare sul sicuro che correre rischi. Ma chi l’ha detto? L’idea di puntare tutto sulla sicurezza e rischiare il meno possibile il più delle volte fa correre rischi anche maggiori.

Leggiamo lo spunto che ci arriva da Michael Gilbert.

  1. Guardati dalle best practices. Se vuoi puoi seguire gli altri, quelli che sembrano aver fatto meglio di te. Però non lamentarti se poi ti trovi intruppato in un branco di pecore magari dirette dritte dritte dentro un burrone…
  2. Non essere ossessionato dal dover fare le cose per bene. Seguire le regole, i principi degli altri, evitare i rischi, non sgarrare, non sempre funziona. L’importante è cercare di fare la cosa che a te sembra giusta. E l’errore non è sempre tragico e può essere uno stimolo per compiere cambi di rotta positivi.
  3. Non avere paura di quello che fai e non attenerti esasperatamente alla regola del “politicamente corretto”. Ciò non significa che devi comportarti in modo disonesto e sleale. Liberati, però, da stereotipi che possono ingabbiare la tua personalità. Non è vero che gli altri, abituati al tuo modo di essere, rimangano sconcertati e ti abbandonino se decidi di prendere altre strade. Al contrario, potresti avere delle belle sorprese. E se anche qualcuno smettesse di seguirti, forse era meglio così. O no?
  4. Non aver paura di manifestare tutta la gamma delle sensazioni che provi quando parli o ti confronti con i tuoi collaboratori, i tuoi clienti, ecc. Alla fine, renditi conto che i temi che più coinvolgono gli altri sono quelli che toccano aspetti legati alle emozioni, alla passione, all’ironia, all’umorismo. Mentre, come diceva un noto cantautore, tutto il resto è noia…
  5. Smettila di voler controllare tutto. Lasciati andare. Delega se puoi. Prova a rischiare un po’ di più anche in campi meno conosciuti. I leader veri non si allineano alla cultura prevalente, evitano di essere troppo conformisti, anche perché sanno bene che così facendo corrono il rischio di finire nell’anonimato.

Naturalmente, smettere di andare sul sicuro non significa diventare incoscienti e rischiare oltre ogni ragionevole limite. Occorre imparare ad assumersi rischi intelligenti, come suggerisce Doug Sundheim nel suo libro “Taking Smart Risks: How Sharp Leaders Win When Stakes are High”, che concentra i suoi suggerimenti su strategie pratiche per ridurre la paura e aumentare la capacità di sperimentazione e di guida attraverso l’innovazione e la crescita.

Insomma, il rischio, in certi casi, è una sferzata positiva che distrugge le routine più dannose e, come sostiene Phil Stutz, crea un effetto feedback sul nostro inconscio. Lo rianima, lo costringe a caricarsi di coraggio e sviluppa la creazione di idee nuove. Se volete saperne di più, leggete il libro scritto da lui, insieme a Barry Michels, “Il metodo”, che suggerisce alcune chiavi per far leva sui propri problemi e riuscire ad attingere all’enorme potere delle riserve interiori che ognuno di noi possiede in abbondanza.

A cura di: CapoVerso: New Leader

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Redazione

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