Secondo l’Ufficio per la semplificazione amministrativa del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri le imprese spendono mediamente all’anno circa 30 miliardi di € (31 miliardi per la precisione) per adempiere agli obblighi amministrativi. Si tratta di un valore importante che rappresenta circa il 2% del Prodotto interno lordo del Paese e che potrebbe essere ridotto di circa ¼ (ovvero di 8,5 miliardi) se si adottassero misure di semplificazione e di efficientamento della macchina amministrativa1 (Tab. 1).
Tab. 1 – Quantificazione per aree degli oneri amministrativi in eccesso a carico delle PMI italiane e dei risparmi ottenibili
Oneri amministrativi | Risparmi ottenibili | |||
MLD | % sul totale | MLD | % sul totale | |
Lavoro e previdenza | 9,9 | 32,1 | 4,8 | 48,1 |
Sicurezza sul lavoro | 4,6 | 14,8 | 0 | 0 |
Edilizia | 4,4 | 14,3 | 0,2 | 5,4 |
Ambiente | 3,4 | 11,0 | 1,0 | 28,4 |
Fisco | 2,8 | 8,9 | 0,5 | 16,7 |
Privacy | 2,6 | 8,4 | 0,9 | 35,5 |
Prevenzione incendi | 1,4 | 4,6 | 0,7 | 46,1 |
Appalti | 1,2 | 3,9 | 0,3 | 24,8 |
Paesaggio e beni culturali | 0,6 | 2,0 | 0,2 | 27,4 |
TOTALE | 31,0 | 100,0 | 8,5 | 27,4 |
Fonte: Dipartimento della Funzione Pubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014
Il Governo, come d’altronde le imprese, sono da tempo consapevoli che sia necessario rivedere l’impianto complessivo degli adempimenti amministrativi al fine di eliminare quelli inutili, aggiornare quelli non al passo con i tempi, snellire – anche grazie all’uso delle nuove tecnologie (ICT) – quelli che invece richiedono un complesso iter fatto di carte bollate, ridondanti verifiche, tempi assolutamente spropositati di attesa tra l’avvio del processo e il completamento dell’adempimento. Questa giungla amministrativa fa sì che il numero di giornate che in media le imprese italiane dedicano per la gestione degli obblighi amministrativi sia del 52% superiore a quello medio del complesso dei principali competitor del Paese2 (Graf. 1).
Graf. 1 – Ore annue necessarie per adempiere agli obblighi fiscali
Fonte: World Bank, Doing Business, 2015
Eppure nonostante ciò, non solo il Governo non riesce a semplificare, ma le stesse imprese sembrano aver ormai “metabolizzato” la giungla amministrativa non riuscendo ad esprimere, ad esempio, un tempo congruo per il completamento di alcuni adempimenti. Eppure si tratta di un costo importante che incide sul fatturato complessivo con quote percentuali che oscillano tra il 3% ad oltre il 5% 3.
L’esercizio realizzato da Conftrasporto/Confcommercio con il supporto tecnico scientifico di Isfort presso un panel di imprese di navigazione e dell’autotrasporto5 offre alcuni spunti interessanti di riflessione.
Intanto si percepisce la convinzione, da parte delle imprese, che gli oneri amministrativi coincidano con i costi diretti (personale e consulenti esterni) senza tenere in adeguata considerazione i cosiddetti costi indiretti determinati dall’inefficienza della pubblica amministrazione e dei conseguenti ritardi nel completamento dei procedimenti.
Il monitoraggio indica poi due chiavi di lettura complementari.
La rilevazione dei costi diretti presso il panel selezionato ha consentito di stimare:
Si tratta di un valore rilevante che però le imprese sono ben disposte a spendere perché riguarda aspetti fondamentali legati alla sicurezza ed all’efficienza dei loro mezzi di trasporto.
Ciò che lamentano le imprese sono gli appesantimenti delle procedure e le dilatazioni di costo dovuti agli interventi del legislatore o dei Ministeri vigilanti.
Nel caso delle imprese di navigazione i controlli previsti per le certificazioni considerate potrebbero essere sensibilmente ridotti (se non del tutto eliminati in alcuni casi) solo delegando al Comando delle Capitanerie di Porto la modifica dei regolamenti attuativi delle normative.
Nel caso delle aziende di autotrasporto, per quel che concerne ad esempio le revisioni annuali, il panel consultato segnala, ad esempio, l’incremento dei costi a causa dell’allungamento dei tempi necessari per l’esperimento degli esami necessari per la revisione dei mezzi (il cosiddetto nastro operativo) provocati dall’applicazione di una serie di circolari che ne hanno modificato le modalità di organizzazione7. Ciò sta comportando, oltre ad un incremento dei tempi di verifica dei mezzi, anche dei costi di gestione di tali procedure, non di rado affidate a soggetti terzi (agenzie di pratiche auto e consulenti esterni). Si tratta di un aggravio di costi valutato in circa 50€ per pratica che aggiungerebbe ulteriori 25 milioni ai costi registrati oggi per il complesso del comparto.
Il fardello amministrativo è oneroso, forse più di quanto stima il Dipartimento della Funzione Pubblica. Anche perché tale stima non considera il danno determinato dall’inefficienza della macchina amministrativa.
L’esperimento svolto nell’ambito di questo primo assaggio in proposito non è stato semplice. Le imprese hanno incontrato non poche difficoltà ad identificare il differenziale tra i tempi necessari (congrui rispetto alla consistenza delle operazioni da svolgere da parte degli uffici della pubblica amministrazione) e quelli effettivi (ovvero quelli medi in cui nella pratica si concludono i procedimenti burocratici).
Le difficoltà pertanto sono state due: la valutazione del tempo perso; la stima del danno economico.
Si è avvertita infatti da parte delle imprese una sorta di assuefazione al ritardo tanto da considerarlo una componente costitutiva dell’adempimento piuttosto che un suo aggravio. L’indicazione del ritardo medio non è stato immediato ed ha richiesto un approfondimento specifico volto a scandagliare nel dettaglio le singole operazioni di cui si compone la procedura al fine di calcolare il tempo perso.
Definire poi il danno economico è stato ancora più difficile, poiché l’amministrazione – consapevole della propria inefficienza – ha nel tempo consolidato una serie di stratagemmi volti a contenere ed allo stesso tempo confondere tali danni. In taluni casi si definiscono proroghe (certificazioni provvisorie) in attesa del completamento del procedimento, in altri è la stessa impresa che anticipa l’avvio della procedura di rinnovo in previsione dei ritardi oppure organizza i propri cicli produttivi tenendo conto della potenziale indisponibilità di alcuni mezzi, in altri ancora invece sono gli stessi uffici amministrativi delle imprese che si propongono di aiutare l’amministrazione nelle incombenze di segreteria (battitura formulari e attestazioni, fotocopie, ecc..).
Nell’ambito dell’esercizio condotto si è provato a stimare, a partire dalle indicazioni delle aziende, la differenza tra il tempo congruo per completare gli adempimenti selezionati (immaginando dunque un’amministrazione efficiente), e quello effettivo (sperimentato quotidianamente dalle imprese nel rispetto degli obblighi). Per attribuire un valore a tale differenza media si è considerato il valore economico di un eventuale fermo mezzo (nave o camion) in termini di mancato ricavo giornaliero e – nel caso dell’autotrasporto – anche di mancato guadagno in termini di riduzione del Margine Operativo Lordo (MOL) dell’impresa8.
La somma dei tempi medi nel caso delle imprese di navigazione genera un costo piuttosto elevato in termini di riduzione di fatturato che si colloca poco sopra i 140 milioni di € (142,2). Per quanto riguarda l’Autotrasporto l’asticella del danno in termini di mancato fatturato si pone in prossimità dei 790 milioni (787,5), mentre valutando i mancati guadagni (perdita di MOL) supera i 260 milioni (262,5).
La tabella che segue sintetizza i risultati dell’esercizio condotto per i cinque adempimenti selezionati (Tab. 2) mettendo in evidenza il peso percentuale del danno generato sul fatturato e sul valore aggiunto dei comparti di riferimento.
Tab. 1 – Il peso dell’inefficienza amministrativa – Stima dei costi (teorici) per fermo mezzo dovuti ai ritardi di svolgimento delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni | |||
(Universo: Imprese di autotrasporto 87.361 imprese con un parco veicolare di 479.669 mezzi, 43,3 Miliardi di € di fatturato, 11,1 Miliardi di € di Valore aggiunto e 26,3 Miliardi di € di MOL ; Imprese di navigazione: flotta interessata dai provvedimenti selezionati 102 traghetti e 93 mezzi veloci, 5,9 Miliardi di € di fatturato, 1,4 Miliardi di Valore aggiunto) | |||
Imprese di navigazione | |||
Il danno dell’inefficienza amministrativa in termini di mancato fatturato | |||
Val. ass. | Val. % sul Fatturato | Val. % sul Valore aggiunto | |
Certificazione ex Decreto Legislativo n. 28 del 2001 | 23.456.445 | 0,4 | 1,7 |
Certificazione ex Legge n. 616 del 1962 | 118.720.910 | 2,0 | 8,6 |
Totale | 142.177.354 | 2,4 | 10,3 |
Imprese di autotrasporto | |||
Il danno dell’inefficienza amministrativa in termini di mancato fatturato | |||
Val. ass. | Val. % sul Fatturato | Val. % sul Valore aggiunto | |
Controllo tecnico annuale (revisione) | 568.375.442 | 1,3 | 5,1 |
Iscrizione al REN | 60.905.592 | 0,1 | 0,5 |
Iscrizione registri PRA e MCTC | 158.290.605 | 0,4 | 1,4 |
Totale | 787.571.639 | 1,8 | 7,1 |
Il danno dell’inefficienza amministrativa in termini di mancato guadagno (MOL) | |||
Val. ass. | Val. % sul MOL | ||
Controllo tecnico annuale (revisione) | 189.458.481 | 0,7 | |
Iscrizione al REN | 20.301.864 | 0,2 | |
Iscrizione registri PRA e MCTC | 52.763.535 | 0,1 | |
Totale | 262.523.880 | 1 | |
Fonte: Prima rilevazione oneri amministrativi imprese di trasporto, Isfort-Conftrasporto, 2017 |
I primi tentativi, seppur parziali, mostrano tuttavia la necessità di proseguire nel progetto anche al fine di aiutare le imprese a meglio valutare le dimensioni dei cosiddetti oneri amministrativi e di collaborare con l’amministrazione per identificare strumenti e modalità per migliorare l’organizzazione e le modalità con cui gli adempimenti devono essere assolti dalle imprese.
A cura di: Andrea Appetecchia
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