Provate a immaginare di trovarvi nella vostra auto e di aver impostato il navigatore verso un luogo in cui non siete mai stati prima. A un certo punto il navigatore vi indica una stradina; siete un po’ titubanti a imboccarla, ma d’altra parte non conoscete altre strade ed è lui che vi sta guidando. Mentre vi inoltrate sempre di più, comincia a farsi buio e vi trovate in una strada senza via d’uscita, in una zona dove non c’è più campo e neanche il vostro smartphone può venirvi in soccorso. Vi guardate intorno e siete completamente soli.
Vi sentite persi, e vi chiedete: “E adesso, che faccio?”
Vi ho raccontato questo breve episodio perché penso che il momento che stiamo vivendo, caratterizzato com’è da eventi imprevedibili, elevata incertezza e complessità, stia mettendo le persone – e in particolare i leader – di fronte alla stessa situazione del nostro malcapitato autista.
Vengono a mancare i punti di riferimento, ci accorgiamo che le strategie adottate in passato non risultano più adeguate ad affrontare questa nuova situazione e tutto cambia velocemente. Facciamo fatica a interpretare correttamente le poche informazioni che abbiamo e ci sentiamo impreparati ad affrontare le sfide e le decisioni che ci attendono.
Cosa fare e come agire in questa situazione? Come possiamo imparare dalle situazioni di crisi a co-creare soluzioni efficaci?
Un’indicazione arriva dall Teoria U di Otto Scharmer, un metodo che evidenzia la stretta connessione tra la modalità con cui prestiamo attenzione e le azioni che generiamo.
Come prima cosa, è importante che diveniamo consapevoli di come reagiamo quando ci troviamo di fronte a situazioni ed eventi che ci mettono in difficoltà.
Tentiamo di negare la situazione e far finta di niente? Minimizziamo i problemi? Ci lamentiamo in continuazione? Cominciamo a incolpare gli altri di ciò che non funziona, piuttosto che riconoscere le nostre responsabilità? Oppure, prendiamo consapevolezza della situazione, cerchiamo di analizzarla e d’individuare possibili vie d’uscita e ci attiviamo responsabilmente e concretamente per cambiarla?
È evidente che la prima modalità di reazione non porta da nessuna parte e non può che peggiorare le cose, mentre la seconda attiva la volontà e le risorse disponibili per agire possibili cambiamenti.
La strada che indica Otto Scharmer prevede, quindi, di:
Vorrei chiudere questo breve articolo con una frase di Scharmer che ritengo molto significativa:
Modificare la nostra attenzione cambia la vita, perché consente di cambiare come si fa esperienza delle relazioni nel mondo.
Articolo a cura di Maria Terlizzi
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