Chiunque faccia bene ed onestamente il proprio lavoro avverte di avere delle carenze, delle mancanze. Questa “onestà” si riferisce ad un approccio al lavoro che sia trasparente e sincero, improntato ad un’integrità emotiva ed intellettuale che consenta di migliorarsi continuamente.
Il problema è che quando le cose vanno bene, non avvertiamo queste mancanze: perché mai dovremmo? Ci sentiamo sicuri, carichi, in controllo… Eppure, quello è il momento in cui ci stiamo preparando a ricevere una mazzata tra capo e collo; ed allora, in quei momenti di difficoltà o di crisi, ci sentiamo più vulnerabili e dobbiamo ammettere a noi stessi che, forse, qualche carenza ce l’abbiamo. E se non lo facciamo per conto nostro, c’è sempre qualcuno, solitamente molto vicino a noi, che ce lo fa gentilmente (se siamo fortunati) presente.
Qualsiasi imprenditore, manager o chiunque svolga un ruolo di leadership si trova periodicamente in questa situazione e ciò che separa chi è performante da chi non lo è, è proprio l’approccio che usa in queste situazioni. Infatti, quando ci si trova in difficoltà, la nostra mente ci costringe a passare in rassegna tutto ciò che ci manca, affinché si provveda di conseguenza per risolvere la situazione. Solo che lo fa a modo suo, cioè alterando la realtà e costringendoci a valutare la situazione e ad agire in modo del tutto antisistemico e, quindi, inefficace.
Naturalmente, possiamo contare a decine, o perfino a centinaia, le possibili carenze che emergono in questi momenti, ma qui vedremo le 7 più importanti… viste ed analizzate, però, da due prospettive diverse. La prima è quella proposta dalla nostra mente, che accettiamo per default e che crea uno stato di bisogno; l’altra prospettiva è quella reale, cioè confacente al funzionamento dei sistemi, che ci induce a pianificare, saltando a piè pari quel processo di prova ed errore che è tipico della prima.
Quindi, partiamo subito con la prima serie delle 7 mancanze, definite “pretestuose” perché vengono di fatto usate per giustificare le difficoltà che si incontrano e che perpetuano quello stato di difficoltà.
Lasciamo stare, per ora, queste 7 mancanze pretestuose e cambiamo completamente prospettiva. Seguono le 7 mancanze vere, quelle sulle quali possiamo davvero lavorare per migliorare la nostra condizione lavorativa, in qualunque modo o a qualunque titolo ci tocchi.
Ora è essenziale capire in che modo la prima serie di 7 mancanze (pretestuose) è diversa da quella appena elencata (mancanze vere).
ESTERNO vs INTERNO – Nella prima serie, si va a cercare le risposte all’esterno per procurare un cambiamento dentro di noi, un cambiamento peraltro fittizio, poiché non auto-indotto. Nel secondo caso, invece, lavorando dall’interno, acquisendo maggiore controllo/potere o cambiando paradigmi, questo si ripercuoterà positivamente sui risultati REALI che otterremo.
EFFETTO vs CAUSA – Andando a cercare all’esterno ciò di cui avremmo bisogno, ci trasformiamo in effetto; in altre parole, il nostro stato mentale è conseguente all’avere o meno colmato le nostre carenze esterne: siamo controllati, non in controllo. Al contrario, colmando le nostre carenze interiori ci mettiamo nella condizione di creare le situazioni necessarie per avere maggiore controllo: questo è essere causa.
DIPENDENZA vs INDIPENDENZA – Assecondando la nostra mente che ci chiede di colmare le nostre carenze esterne, ci mettiamo in una condizione di dipendenza: è come un tossico che pensa di stare meglio dopo una dose. Al contrario, lavorando per colmare le mancanze interne, ci distacchiamo sempre di più dal bisogno di cose esterne, potendole produrre autonomamente, quindi in totale indipendenza.
SCARSITÀ vs ABBONDANZA – L’Abbondanza è uno stato mentale che parte da una visione opulenta e rassicurante della realtà; al contrario della Scarsità, che vede una realtà povera e tirchia. Finché continuiamo a focalizzare ciò che NON si ha, alimentiamo quella visione scarsa che abbiamo della vita. Al contrario, focalizzandoci su ciò che GIÀ abbiamo, si alimenta il paradigma dell’Abbondanza… E tutto cambia.
Per quanto schematica possa apparire questa esposizione delle nostre mancanze – pretestuose, ovvero reali – è un ottimo punto di partenza per passare in rassegna ciò che riteniamo essere le nostre principali carenze che, in realtà, dicono di noi molto più di quanto possa sembrare e che siamo disposti ad ammettere. Come si dice: prima di redimerci, dobbiamo riconoscere il peccato. Non possiamo andare oltre finché non riconosciamo ciò che ci sta bloccando e capire le distorsioni che ci deviano da uno sviluppo sano ed equilibrato della nostra leadership è già di per sé uno straordinario risultato.
Se non stiamo ancora vivendo la vita professionale che sogniamo e ci sorprendiamo ad additare delle carenze pretestuose come causa dei nostri insuccessi, sappiamo che dobbiamo cambiare prospettiva e ricercare tali mancanze dentro di noi. Se, d’altro canto, individuiamo delle carenze vere tra quelle che riteniamo ci stiano bloccando, allora il problema sta nel ricercare il miglior modo per colmarle. In entrambi i casi, sappiamo esattamente cosa fare… e non è poco.
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A cura di: Alessandro Carli
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