Oggi, partendo da un esempio apparentemente slegato dal mondo delle relazioni aziendali, voglio approfondire uno dei temi che più mi sta a cuore: l’evoluzione della tua Leadership Autentica, attraverso l’Intelligenza Emotiva. Dietro al sondaggio che di seguito ti propongo, si cela in realtà una potentissima metafora aziendale.
Scopriamo insieme quale!
Siamo in autostrada. Il veicolo C procede a velocità costante lungo la corsia centrale. Il veicolo B, che lo segue, decide di sorpassarlo e lo affianca, spostandosi nella corsia di sinistra. A quel punto, a tutta velocità sopraggiunge nella corsia di sorpasso il veicolo A, che tampina B e gli lampeggia in modo evidente, trasferendo il messaggio “togliti dalla corsia di sorpasso”. A quel punto, il conducente di B, preso dall’ansia, si reimmette senza prudenza sulla corsia centrale, e finisce addosso a C, provocando un incidente in cui restano coinvolti A, B e C.
Secondo te, di chi è la responsabilità dell’incidente?
Ti stai chiedendo ora qual è la risposta corretta?
Ti rivelo subito che:
Ma cosa c’entrano le automobili e l’autostrada con l’azienda? Chi sono in realtà gli automobilisti A, B e C?
Ciò che ho fotografato con la metafora dell’incidente è una delle dinamiche aziendali più disfunzionali che abbiamo riscontrato, misurato e contribuito a cambiare nelle PMI.
A – il veicolo che sopraggiunge a tutta velocità nella corsia di sorpasso, tampinando B perché si dia una mossa – è una potente metafora dell’imprenditore/imprenditrice col piede perennemente premuto sull’acceleratore. Un imprenditore/trice con uno spiccato orientamento ai risultati, che stressa il management (veicolo B) affinché li raggiunga ancora più velocemente e spinga il team (veicolo C) a fare altrettanto.
B – il veicolo che, tampinato da A, finisce addosso a C – è la metafora di quel management che, invece che gestire le emozioni, di fatto le subisce. Il/la manager che subisce l’ansia dei risultati della proprietà e, invece che gestirla con Intelligenza Emotiva, finisce con l’alimentarla a sua volta, scaricandola addosso al team, con impatti spesso disastrosi.
E C, ovvero il team?
In apparenza, C è il veicolo che sembra non avere responsabilità nell’incidente. Procede per la sua strada, e non si occupa particolarmente di quanto accade intorno a lui. Potrebbe spostarsi nella corsia più a destra, potrebbe accelerare, pur restando nel rispetto dei limiti di velocità del Codice della strada. E invece resta esattamente dov’è, assolutamente convinto di “essere nel giusto”. Portiamo allora C in azienda: C è metafora del team che ignora i segnali dell’azienda e, convinto di non avere altre opzioni, trascura i messaggi della proprietà e del management che chiedono un aumento delle performance (individuali e/o di team).
Come ti appare, adesso, la situazione riletta in chiave aziendale? La riconosci? L’hai vissuta o la stai vivendo adesso?
Cosa puoi già imparare su te stess*, dalla risposta che hai fornito tu? In chi ti sei maggiormente identificat*, e perché?
A partire dal prossimo paragrafo, scoprirai moltissimo riguardo l’importanza delle emozioni e dell’Intelligenza Emotiva, nella tua vita e, ovviamente, in azienda.
La prima cosa che ho appreso ormai un bel po’ di anni fa, in Six Seconds – la più grande organizzazione globale per lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva – è questo concetto:
Le emozioni guidano le persone.
Le persone guidano le performance.
Non casualmente, ho scelto proprio la metafora della guida. Posto che A, B e C conoscano le regole del Codice della strada, il loro comportamento alla guida rimane, fondamentalmente, emotivo.
Egualmente, in azienda, i nostri comportamenti e le decisioni che prendiamo sono, essenzialmente, emotive. Il problema è che, quando non ne siamo pienamente consapevoli (e, nella mia esperienza, questo accade in più del 90% dei casi), semplicemente prendiamo decisioni emotive e poi le giustifichiamo col pensiero razionale
Ecco perché, nelle dinamiche altamente disfunzionali come quella dell’incidente aziendale,
Vedi, queste risposte, sono risposte autentiche.
Nessuna delle affermazioni è falsa: ciascun* sta dicendo la verità.
Esattamente come, nel sondaggio, tutte le risposte sono, in qualche modo, valide. Semplicemente ce ne è una che è più efficace delle altre (“la responsabilità è di tutti e 3”).
Com’è possibile questo?
E’ possibile proprio perché le nostre “verità” e, di conseguenza le nostre decisioni e i nostri comportamenti, sono condizionate fortemente dai dati emotivi e dal modo in cui li interpretiamo.
Premesso che solo un Assessment adeguato può fornirmi tutti gli elementi per una accurata analisi di scenario, il primo aspetto che mi balza agli occhi nelle dichiarazioni dei 3 attori aziendali, riguarda proprio la difficoltà a gestire appropriatamente le emozioni – proprie e altrui – in azienda.
Avrai probabilmente notato come, in ciascuna delle 3 riflessioni, ricorra la domanda “Quali altre opzioni non stai considerando?”
Infatti, uno degli aspetti più stimolanti dell’applicazione dell’IE riguarda il potenziamento (o lo sviluppo) delle abilità necessarie a prendere decisioni efficaci, generando nuove opzioni che integrano l’aspetto emozionale con quello razionale.
Queste abilità di prendere decisioni efficaci e sostenibili (cioè in linea coi valori e capaci di durare nel tempo) sono tanto più necessarie in contesti altamente sfidanti e veloci come quelli aziendali, in cui qualunque emozione non gestita appropriatamente offusca letteralmente la nostra capacità di vedere e di andare OLTRE le opzioni che già conosciamo.
Ansia, rabbia, frustrazione, paura, tristezza, delusione, sfiducia, controllo, accettazione, persino la gioia (l’elenco è infinito): se non sono riconosciute, gestite e inserite nel nostro personalissimo senso di scopo e nella nostra visione delle cose e dell’azienda, tutte, ma proprio tutte le emozioni, finiscono col trasformarsi da alleate in nemiche delle nostre performance, bloccandoci su quello che già conosciamo (o pensiamo di conoscere) e impedendoci di disegnare scenari alternativi di maggiore efficacia nella nostra vita e nella nostra azienda.
Chiedete allora alla scienza che cos’è l’intelligenza emotiva e vi risponderà che è una funzione scientificamente validata del cervello, che integra il pensiero razionale e le emozioni, per prendere decisioni efficaci.
Chiedete a Joshua Freedman – Ceo di Six Seconds – che cos’è l’intelligenza emotiva e vi dirà: “intelligenza emotiva è essere smart con le emozioni”.
Chiedete a me, Trainer e Coach di Intelligenza Emotiva, che cos’è e vi dirò che: “l’intelligenza emotiva è la chiave della Leadership Autentica e del Benessere sostenibile, in ogni contesto perché ci rende effettivamente capaci di guidare (to lead) noi stess* e gli altri a generare risultati coerenti con i nostri valori profondi e con tutto quello che siamo”.
Vuoi iniziare a applicare l’Intelligenza Emotiva su te stess* o nella situazione aziendale che stai vivendo?
Chiediti allora:
E se hai risposto “tutti e 3”?
Potresti aver risposto “tutti e 3” perché hai scelto un approccio sistemico, che si può ricondurre a un’abilità specifica dell’Intelligenza Emotiva (il visioning), ed è un talento emotivo del nostro cervello.
Allora, potresti chiederti, per esempio: come migliorerebbero i miei risultati al lavoro e nelle relazioni, se al visioning abbinassi una più accurata consapevolezza delle emozioni? Quali altri risultati potrei ottenere potenziando il mio intuito e la capacità di integrare i dati emotivi con quelli razionali?
Ricorda che “Le emozioni guidano le performance. Anche le tue”.
Articolo a cura di Simona Recupito
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