L’innovazione non ha età, parola di Marino Golinelli

Classe 1920, modenese, imprenditore, filantropo, fondatore e Presidente Onorario della Fondazione che porta il suo nome: Marino Golinelli è un innovatore che ritiene fermamente che arte, conoscenza e scienza siano alla base di ogni progresso umano.

Laureato in Farmacia all’Università di Bologna, nel 1948 rileva un piccolo laboratorio per intraprendere un’attività indipendente per la produzione di farmaci. Pochi anni dopo, fonda Biochimici A.L.F.A. e poi è la volta di Alfa Wasserman, colosso dell’industria farmaceutica. Nel 2015 si fonde con il ramo italiano di Sigma-Tau, dando vita ad Alfasigma. Nel 1988 decide di investire nella Fondazione Golinelli: si dedica agli altri, specie ai più giovani, promuovendo l’educazione, la formazione, la crescita intellettuale.

Ventisette anni dopo dà vita all’Opificio Golinelli, frutto di una operazione di riqualificazione di una vecchia zona industriale in disuso: un investimento di milioni di euro dedicato completamente ai giovani, i cittadini del domani, e propedeutico ad un altro progetto, Opus 2065, con il quale intende rafforzare la missione etica della Fondazione. Opus 2065 rappresenta la nuova sfida di Marino Golinelli, nonché del Presidente della Fondazione Andrea Zanotti. Un percorso, da qui ai prossimi cinquanta anni, articolato nell’istituzione di una Scuola di Dottorato residenziale in Data Scienze, di un’Alta Scuola per laureandi, di un Training Lab per professori, di un acceleratore di impresa con specifici fondi di investimento per sostenere iniziative imprenditoriali.

Marino Golinelli lo abbiamo incontrato poco prima che iniziasse il convegno “Immaginare e costruire il domani per i giovani e per il Paese”, promosso da Prioritalia, Manageritalia e Fondazione Golinelli, e organizzato all’interno dei suggestivi spazi dell’Opificio. Un dialogo tra startupper, rappresentanti di aziende, istituzioni, università che si sono confrontati sulle risposte e sulle possibili soluzioni per accompagnare le giovani generazioni verso il futuro che aspetta loro.

D. La rubrica che ospita la nostra intervista si chiama “Voci dell’Innovazione”. Per lei l’innovazione che voce ha? Che lingua parla? E qual è il suo interlocutore privilegiato?

R. L’innovazione parla la lingua dell’intelligenza artificiale, linguaggio oggi necessario per scoprire connessioni trasversali, per creare sistemi innovativi per la società del futuro.

D. La Fondazione Golinelli è uno straordinario esempio di innovazione, un luogo che opera per la crescita culturale e responsabile dei giovani e della cittadinanza in tutti i nuovi campi del sapere. Quali sono i principali asset sui quali si fondano le sue attività e i più importanti progetti ai quali lavora?

R. La Fondazione Golinelli, di cui io ora sono il Presidente Onorario, è nata nel 1988 con l’idea di diffondere la cultura scientifica e artistica fra i giovani. Ispirata alle fondazioni filantropiche private americane, agisce nei campi dell’educazione e della formazione con lo scopo di formare i futuri cittadini del domani. Ora la Fondazione Golinelli si sta concentrando sul progetto pluriennale Opus 2065 che ha l’ambizione di guardare molto lontano, ma che ugualmente mira a sviluppare metodi innovativi per la formazione delle giovani generazioni.

D. C’è un tema che è particolarmente caro agli innovatori sociali, quello della rigenerazione urbana e la Fondazione Golinelli è un bell’esempio in tal senso, in quanto nasce dall’opera di riqualificazione di uno stabilimento produttivo dismesso. Secondo lei qual è l’importanza della rigenerazione urbana per le nostre città e più in generale per il Paese?

R. Opificio Golinelli nasce su un precedente insediamento produttivo, nella prima periferia di Bologna, così come il Centro Arti e Scienze Golinelli progettato da Mario Cucinella, la cui apertura è prevista per l’autunno 2017. Purtroppo nell’agenda politica compare la parola “periferia”, ma noto che spesso mancano idee e visioni per ripensare le città fuori dai centri urbani. Noi rappresentiamo un bell’esempio.

D. Il programma Opus 2065 della Fondazione Golinelli, presentato lo scorso novembre, è stato da lei voluto fortemente. Con quale spirito nasce e quali obiettivi si pone?

R. Opus 2065 è il tentativo coerente di una fondazione che non ha scadenze temporali, un ulteriore passo nel consolidamento della formazione dei giovani.

D. Quando e perché ha deciso di investire nello sviluppo del Paese e nell’educazione? Qual è stata la molla che l’ha spinta in questa direzione e chi l’ha influenzata?

R. Da imprenditore che ha sviluppato un certo profitto nel corso della sua carriera, ho deciso di restituire alla società quello che io stesso ho ricevuto. Da qui è nata la mia idea di creare la Fondazione con scopi filantropici.

D. I giovani sono al centro del suo pensiero e della sua azioni: l’Opificio Golinelli è stato infatti pensato per “accelerare” le nuove generazioni che in questo luogo potranno assecondare le proprie aspirazioni, mettendo in gioco la propria creatività e sperimentandosi in laboratori didattici. Secondo lei quali sono le vere sfide che le nuove generazioni devono affrontare? E inoltre: quali sono i punti in comune e in che cosa si manifestano le distanze tra i giovani di oggi e quelli della sua generazione?

R. I giovani della mia generazione vivevano sulla loro pelle maggiori difficoltà, ma i ragazzi di oggi sono più fortunati perché hanno davanti a loro un ventaglio di possibilità pressoché infinito. La vera sfida è quella di sapere lavorare in team e sapersi proiettare in un contesto internazionale dopo una adeguata preparazione.

Marino Golinelli si accomoda tra il pubblico, circondato dai volti di quei giovani ai quali ha dedicato buona parte della sua vita. Il dibattito ha inizio ed è subito scandito dalla voce di una giovane startupper, alla quale rivolge il suo sguardo. Pone molta attenzione alla sua storia imprenditoriale, e chissà a cosa pensa: forse, con sguardo prospettico, a come supportarla nel suo futuro percorso o forse, guardando indietro, gli tornano in mente i suoi primi passi come imprenditore. Sta di fatto che gli occhi di Golinelli sorridono: gli occhi dell’innovatore senza età e senza tempo.

A cura di: Marcella Mallen, Presidente Prioritalia

Profilo Autore

Marcella Mallen, nata a Genova, sposata e madre di due figli, laureata in giurisprudenza, vive a Roma dove ha lavorato come manager HR in aziende a cavallo tra profit e no profit impegnate nella creazione e sviluppo d’impresa e del territorio. È stata Presidente del Centro Formazione Management del Terziario, attualmente è Presidente di Prioritalia.
Collabora con università pubbliche e private, in master ad alta specializzazione manageriale, in qualità di docente e componente di comitati tecnico – scientifici, è membro della Commissione ADI INDEX per il Design Sociale. Ha scritto articoli e pubblicazioni su tematiche di interesse manageriale ed è coautrice di “Effetto D. la leadership è al femminile: storie speciali di donne normali”.

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